L'Ora del Pellice

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1 gennaio 1911: il veglione sul ghiaccio di Blancio

La Domenica de L’Ora, il nuovo appuntamento settimanale per scoprire il nostro territorio. Una ricorrenza per ogni domenica dell’anno, un ricordo di ciò che fu per capire chi siamo oggi.

È difficile immaginarlo oggi, ma qualcuno tra i nostri bisnonni o trisnonni festeggiò il Capodanno (o Capo d’anno, come si usava scrivere all’epoca) con i pattini ai piedi, tra «piroette sapienti» e «sdruccioloni comicissimi». Quello che salutò l’arrivo del 1911 è il primo veglione on ice in Val Pellice di cui si ha memoria sui giornali locali. Sul laghetto di Blancio – proprio ai confini tra Luserna San Giovanni e Torre Pellice – si pattinava sin dalla fine del 1908, sotto l’egida della Società Pattinatori presieduta dall’avvocato Davide Jahier, docente presso il Collegio Valdese. Probabilmente, però, il clima non aveva consentito di farlo in sicurezza, prima di allora, durante la notte di San Silvestro.

Il 31 dicembre 1910, al contrario, il ghiaccio era sufficientemente solido e l’evento – organizzato dalla medesima società e dal gestore del Blancio, Girard – fu ben pubblicizzato, attirando decine di partecipanti. «E ne approfittarono, oh se ne approfittarono! – rilevò nell’edizione del 6 gennaio 1911 L’Avvisatore alpino – (…). I pattinatori mossero da paese, la sera, verso le nove, in corteo, portando ciascuno una o più lanterne veneziane; e si fece una bella fiaccolata. Poi, sul campo di ghiaccio, preparato a puntino dal bravo Girard, incominciarono le scivolate e gli sdrucciolamenti, le evoluzioni ed i giuochi senza fine; cioè, verso la mezza-notte, i pattinatori si raccolsero nel loro gran salone, come in famiglia, per aspettare insieme l’anno nuovo, sorseggiando una tazza di tè o un bicchiere di vino caldo ed assaporando una fetta di panettone. Il bello si fu che l’anno nuovo tanto aspettato venne improvvisamente, senza che nessuno lo avvertisse. Entrati senza accorgersene nel 1911, che tutti augurarono avesse a continuare piacevole com’era incominciato, si ritornò per un’oretta ancora sulla patinoire, tanto per il colpo della staffa, eppoi… di buon mattino si rincasò, felici e contenti per la genialissima festa».

Nella foto – Pattinatori sul laghetto di Blancio (da una cartolina d’epoca).
Fonti – L’Avvisatore alpino, Il Pellice.

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