10 – Olè olè olè, in valle non si passa
Mentre Fausto Antonelli prendeva confidenza con i trasporti della valle, mentre Salvatore Caruso affogava la sua frustrazione nella saggezza di Dom, mentre Armando Navarro assaporava l’accoglienza dei suoi nuovi compagni di squadra, mentre Riccardo Manchia ritrovava il colpo di reni dei suoi 23 anni, mentre Emilio Cappelletta risolveva a modo proprio i suoi problemi a concludere, Aisha Tourn Buonocore trascorreva in ufficio l’ennesima appassionante serata con i suoi amici più cari: i conti dell’AC Fonte Pellice.
La luce dell’abat-jour verde sull’austera scrivania dirigenziale illuminava la copertina ocra di un dossier stampata a Lettera 32, “Settore giovanile – Nuovo impianto”, e a quel dossier gli occhi azzurrissimi della presidentessa del Fonte Pellice si illuminavano. Era talmente assorta che non si accorse che la porta del suo studio si aprì.
«Aisha…» tossicchiò Domenico Fenoglio.
«Entra, Domenico» gli sorrise lei.
«Impegnata?» chiese il fondatore del Fonte Pellice.
«Guarda qua» disse lei per tutta risposta, e gli si sedette accanto aprendo la cartellina.
Il vecchio barista seguì sulla carta i percorsi che le dita sottili di Aisha gli indicavano, e alla fine del viaggio le sue rughe si distesero in un sorriso.
«L’hai trovato, finalmente – disse –. Brava, piccola».
«Sì!» esclamò lei alzandosi e avvicinandosi alla finestra. «Ho trovato il posto. Mi pare un sogno».
Guardò fuori, verso la valle illuminata.
«Voglio un campo che diventi la casa dei nostri ragazzi – continuò –. Nessuno dovrà più andarsene via per giocare a pallone. I nostri talenti resteranno nostri. Dovrà diventare l’orgoglio della valle».
«Ce la farai, piccola, ne sono sicuro – disse il vecchio –. Ma dovrai essere cauta. Molto cauta…»
«Si può?» disse una voce alle loro spalle.
Sobbalzarono entrambi.
«Disturbo?» chiese Ferdinando Motti, entrando.
«Vieni, Ferdy» rispose Aisha, e fece per avvicinarsi alla scrivania e al dossier.
«Oh, dimenticavo – esclamò Domenico Fenoglio alzandosi di scatto e parandolesi davanti –. Ero passato per dirti che mercoledì sera i ragazzi sono al locale da me per una cena. Devi venire, piccola».
«Toh, guarda, passavo per lo stesso motivo – intervenne Ferdinando Motti –. Non puoi mancare. I ragazzi sono su di giri. Sabato abbiamo vinto di nuovo. Quattro sveglie all’Italianking, a casa loro! Dovevi vedere i nostri tifosi. L’Armata della Filanda ha rispolverato un coro che non sentivo da una vita: “Olè olè olè, in valle non si passa! Olè olè olè, vi romperem le ossa!”.
«Sarà una cosa alla buona – aggiunse Domenico Fenoglio –. Un po’ di salame, bollito, formaggi, salsine, vino nero. Niente di che».
«Così conoscerai meglio i nuovi acquisti» incalzò Ferdinando Motti.
«Ragazzi, sapete che queste cose mi mettono in croce» provò a obiettare Aisha.
«Lo sappiamo. Ma ti prometto che quando la tua capacità di socializzazione sarà esaurita potrai dileguarti senza dare nell’occhio – fece Domenico Fenoglio –. Il locale ha una porticina secondaria molto comoda».
«E va bene – si arrese Aisha –. Ma solo perché al tuo vino nero non so resistere».
«Evviva! – gridò Ferdinando Motti prendendola tra le braccia e sollevandola da terra – Vedrai, sarà divertente».
«Non ho dubbi – rispose Aisha –. A mercoledì, allora».
«A mercoledì, pres!» la salutò Ferdinando Motti.
«A mercoledì – la salutò Domenico Fenoglio –. Dovrai essere cauta, piccola, molto cauta…»