L'Ora del Pellice

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12 maggio 1909: Rollier, tra antifascismo, federalismo e ricerca sul nucleare

Mario Alberto Rollier vide la luce il 12 maggio 1909 (altre fonti riportano il 22 maggio, ndr) a Milano, ma la sua famiglia era molto radicata in Val Pellice. Il trisnonno François Samuel Rollier, svizzero originario di La Sarraz (Cantone di Vaud) aveva sposato una donna di Torre Pellice, Esther Malan. Il bisnonno Ippolito era stato pastore valdese, stretto collaboratore di Charles Beckwith e professore al Collegio.

Mario Alberto crebbe tra Torre Pellice e Milano: il padre Eric era imprenditore, e – insieme alla moglie Marie Vigne – impartì ai tre figli un’educazione basata su idee liberali e una solida fede. Laureatosi in Chimica all’Università di Torino, Mario Alberto fu molto attivo nelle organizzazioni giovanili evangeliche, diventando uno dei principali collaboratori della rivista Gioventù cristiana, diretta da Giovanni Miegge e promotrice della diffusione della teologia barthiana.

L’antifascismo di Rollier fu precoce e naturale. Docente di Chimica al Politecnico di Milano, aderì al movimento Giustizia e Libertà, mettendo il suo talento a disposizione per la ricostituzione della rete clandestina.

Amico e collaboratore di un altro docente antifascista come Antonio Banfi, fu tra i firmatari, subito dopo la caduta del governo Mussolini, nel luglio 1943, dell’appello per l’abolizione delle discriminazioni razziali, politiche e religiose in ambito accademico. La sua casa di Torre Pellice divenne un luogo di ritrovo per un gruppo eterogeneo di oppositori del regime che, a partire dall’8 settembre, diedero vita alle prime forme di Resistenza in valle.

Parallelamente, nell’abitazione di Milano, ospitò il convegno di fondazione del Movimento federalista europeo, assumendo un ruolo cruciale in quest’organizzazione insieme a figure come Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.

In piena guerra, nel gennaio 1944, Rollier teorizzò gli Stati Uniti d’Europa in un omonimo saggio, firmato con lo pseudonimo Edgardo Monroe. La nuova società avrebbe dovuto basarsi sul federalismo, sia all’interno delle nazioni sia sul piano internazionale. In quest’ottica fu tra i firmatari della Carta di Chivasso, insieme a rappresentanti della Resistenza valdese e valdostana.

Passato in clandestinità, organizzò le formazioni di Giustizia e Libertà in Lombardia. Fu membro del Cln di Milano.

Nel dopoguerra fu protagonista di una luminosa carriera didattica e scientifica (a Milano, Cagliari e Pavia), approfondendo – in particolare – le potenzialità pacifiche dell’energia nucleare. Parallelamente, proseguì nell’impegno politico. Dopo lo scioglimento del Partito d’Azione (cui aveva aderito nel 1942), passò al Partito social democratico, che rappresentò per un decennio in Consiglio comunale a Milano.

Mario Alberto Rollier è morto nel gennaio 1980.

EDIT: È stata segnalata la possibilità che la data di nascita sia stata il 22 maggio 1909 e non il 12 maggio 1909, come invece riportato dalle fonti da noi consultate e segnalate qui sotto.

Fonti: Giorgio G. Mellerio, voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani; Donne e uomini della Resistenzia, in www.anpi.it; Cinzia Rognoni Vercelli, Mario Alberto Rollier. Un valdese federalista, Jaca Book, 1991; Cinzia Rognoni Vercelli, voce in dizie.eu

Immagini: Due bei ritratti di Rollier, sulla copertina della rivista Confronti (numero 2/2017) e su quella del libro La personalità poliedrica di Mario Alberto Rollier, volume edito da Biblion Edizioni, a cura di Stefano Gagliano.

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