14 luglio 1900: le bellezze di Campiglione e il turismo
Il Pinerolese ha sempre avuto – almeno a partire dall’Ottocento – una vocazione turistica. Le Valli valdesi attraevano viaggiatori dal Nord Europa, ma numerosi villeggianti da Torino e da diverse parti d’Italia trascorrevano il periodo estivo anche nelle località di pianura. I giornali, impegnati allora come oggi nella promozione del territorio, pubblicavano i nomi dei nuovi arrivati, offrendo il loro benvenuto. E non mancavano articoli che esaltavano le bellezze dei luoghi. Ecco, ad esempio, come La Lanterna pinerolese del 14 luglio 1900 descriveva il centro di Campiglione.
«Accennando alle nostre bellezze non intendo parlare delle bellezze personali, e specialmente femminili, Dio me ne guardi! Le imprecazioni ed i moccoli delle nostre amabili donzelle mi sprofonderebbero in un baratro!», premette Astileo, intingendo la penna nell’ironia.
«Dirò invece delle bellezze del paese, e dirò che quantunque varie bellezze artistiche e varie antichità (stile barocco) ornino la piazza dello Statuto e siavi nel bel mezzo il magnifico Olmo (…), che a questi chiari di luna invita a godere l’ombra ristoratrice, mentre le orecchie si tendono alle chiacchiere più o meno interessanti e più o meno gradite dei componenti il circolo solito, tuttavia la piazza del centro (centro della Società, dell’arte e del progresso, dove da oltre 14 anni esiste una rinomatissima agenzia d’informazioni) non è affatto spregevole, anzi è la sede del Municipio, delle scuole, dell’ufficio postale e telegrafico, dell’Asilo infantile».
«A questa piazza fa capo il magnifico castello del conte di Pollone dove la natura fu prodiga delle sue bellezze; dove percorrendo il misterioso sentiero fiancheggiato dal muricciuolo rivestito d’edera e ombreggiato da cespugli, ornato d’alti e vetusti pioppi, senti l’amore al bello e all’arte».
«Lì, nel profondo silenzio, non si è soli, tutto parla al cuore, il ruscelletto, la fragranza dei fiori, l’arietta gentile, le piante ombrose, tutto fa eco al cuore. Havvi pure il palazzo del Marchese di San Germano, soggiorno estivo di questa nobile famiglia, ove appaga l’occhio l’ampio e verdeggiante giardino, tenuto delicatamente da quel simpatico Bastian, che mette ogni sua cura onde rendere quelle aiuole e quei viali più attraenti che sia possibile».
«Sulla piazza del centro fa pure capo la via della nostra Chiesuola, dove compuntamente i vergini cuori delle nostre buone ragazze si racchiudono in Dio, e fervidamente lo pregano – movendo quelle più o meno rosee labbra».
«Di fronte il graziosissimo e grandioso parco del Marchese di San Germano cogli alti pini, abeti e cipressi attestanti la loro vetustà, dove fra la verzura e le rose sorge la madonnina di marmo, luogo in cui poeticamente si passeggia alla sera flirtando fra i sentieruoli ornati di ombrosi boschetti».
«Giovin pittore, non cercare i tuoi ideali in soggetti romani, lascia dormire il sonno della morte i soggetti della Grecia, e vieni, vieni meco, e troverai soggetti nuovi al tuo pennello».
Fonte: La Lanterna pinerolese, 14 luglio 1900.
Immagine: La piazza del centro di Campiglione. Sarà intitolata a Umberto I dopo il suo assassinio, che avverrà due settimane dopo la pubblicazione di questo articolo.