L'Ora del Pellice

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15 aprile 1418: l’arte di Jaquerio alla corte di Pinerolo

Il 15 aprile 1418 il principe Ludovico di Savoia-Acaia, signore di Piemonte, dispose di liquidare il dovuto al pittore incaricato di dipingere la sua camera presso il castello di Pinerolo. Atti come questo sono testimonianze preziose, poiché consentono di ricostruire le vicende biografiche e l’opera degli artisti del tempo.
Grazie all’atto di pagamento del 15 aprile 1418, unito a un analogo provvedimento della Tesoreria del principe – datato 2 maggio 1415 – per la sistemazione delle vetrate del medesimo castello, è possibile attestare la presenza alla corte di Pinerolo di Giacomo Jaquerio, o, come lo chiamava il principe Ludovico, il “dilecto fideli pictori nostro Jacobo Jaquerio”.
Le opere a lui attribuite presso Pinerolo non si sono purtroppo conservate, ma l’influenza artistica di Jaquerio – nella città quattrocentesca – si fece sentire a lungo.
Giacomo Jaquerio era nato a Torino attorno al 1375. Le informazioni biografiche sui primi anni di vita sono scarse: era figlio d’arte, in quanto il padre Giovanni era un modesto pittore e miniaturista. La fama di Giacomo fu precoce e oscurò ben presto quella paterna (e di altri componenti della famiglia, come il fratello Matteo). Una prima (incerta) notizia lo vorrebbe a Ginevra già nel 1401, dove in realtà risiedette anni dopo, intento ad affrescare un Giudizio universale al convento dei domenicani di quella città.
Più probabile, invece, è la sua attività a Torino, per i Savoia, tra il 1403 e il 1408. Jaquerio fu un artista prolifico, considerato il maggior rappresentante della pittura tardo gotica in Piemonte e in diverse località della Savoia. Gli sono attribuiti gli affreschi dei castelli di Fenis (in Valle d’Aosta) e di Manta (nel Saluzzese), presso l’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso (in bassa Val di Susa) e nella chiesa di San Pietro a Pianezza… La decorazione dell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso, dove operò dal 1410 circa, è particolarmente significativa: qui è stata ritrovata un’iscrizione autografa del pittore, “Jacobus Jaqueri de civitate Taurini Pedemonti”.
Jaquerio morì a Torino, dove divenne consigliere comunale, attorno al 1453. La sua arte fece scuola: sono numerose le opere attribuite a suoi aiutanti e allievi e la sua eredità stilistica, anche a Pinerolo, era ancora molto forte alla metà del secolo XV, a distanza di decenni dalla sua permanenza come pittore ufficiale di corte. Probabilmente avrebbe potuto essere ancora più profonda se il 6 dicembre 1418, pochi mesi dopo il completamento dei lavori presso la sua camera principesca, Ludovico di Savoia-Acaia non fosse morto senza eredi maschi legittimi, con relativa estinzione del principato.

Fonti: Simone Baiocco, voce in Dizionario Biografico degli italiani, Treccani; Marco Fratini, Il panorama figurativo a Pinerolo nella seconda metà del Quattrocento, atti del convegno Con gli occhi del Quattrocento svoltosi a Pinerolo il 29 novembre 2013; www.jaquerio.org.

Immagine: particolare di uno degli affreschi realizzati da Giacomo Jaquerio all’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso.

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