L'Ora del Pellice

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17 dicembre 1911: dopo i tragici roghi arrivano i primi estintori

L’industriale torinese Caratti visse, domenica 17 dicembre 1911, un’intensissima domenica in Val Pellice. È infatti protagonista di ben quattro dimostrazioni agli Airali di Luserna San Giovanni e di altre due a Torre Pellice. Stava proponendo il Minimax, un pionieristico sistema antiincendio portatile brevettato nel 1904 in Germania, molto simile agli attuali estintori. Spruzzava mediante un sistema a pressione un liquido che contribuiva a spegnere il fuoco con risultati migliori rispetto all’acqua.
«Vennero incendiate cataste di casse imbevute di petrolio – scrisse con malcelato entusiasmo il corrispondente de L’Avvisatore Alpino –, ed ogni volta, con un solo apparecchio, furono domate le fiamme»
Il Minimax era il primo estintore di massa e si stava diffondendo in tutta Europa e negli Stati Uniti, con filiali nei principali Paesi, Italia compresa. L’estintore aveva una forma conica e – per l’epoca – una notevole efficienza. Il nome impostogli dal suo inventore, il tedesco Willhelm Graaff (1872-1931), richiamava la possibilità di avere con il minimo sforzo (anche economico) il massimo risultato.
In quel periodo storico i roghi, soprattutto negli stabilimenti industriali, erano frequenti e difficilmente controllabili. All’inizio del 1909, ad esempio, un incendio aveva devastato la stamperia Mazzonis di Torre Pellice, bloccando la produzione per oltre un anno: prostrati i titolari ma soprattutto i lavoratori, diverse centinaia, che rimasero senza impiego e senza reddito (l’introduzione degli ammortizzatori sociali era ancora ben lontana e le forme di Mutuo Soccorso tra operai non riuscivano a sostenere una spesa così ingente).
Il 7 ottobre 1911, poi, un altro rogo sviluppatosi nella segheria di Giacomo Levra, presso la stazione ferroviaria torrese, aveva distrutto il grande edificio e quello attiguo, dove vivevano sette famiglie. Accorsero i pompieri di Torre Pellice e Luserna San Giovanni, ma diedero un contributo solidale decine di ferrovieri, operai, studenti e semplici cittadini: «E chi diè la mano a salvare i mobili chi tentava di disfar le grosse cataste di legna ammassate: facile e decretata preda», osservò il cronista de L’Eco del Chisone. Era stato tutto inutile. E all’enorme danno materiale si accompagnò la tragica morte, tra le fiamme, di una bimba di otto anni, Caterina.
È chiaro come, in un simile contesto, la presentazione del Minimax potesse suscitare grandi speranze e consenso. In una réclame pubblicata su L’Avvisatore Alpino del 29 dicembre 1911, appena due settimane dopo le presentazioni, il rappresentante italiano della Casa produttrice potrà sostenere la presenza di «oltre 100 apparecchi [già] in uso nei Comuni di Torrepellice e Luserna S. Giovanni».
La Minimax è un’azienda ancora esistente e continua a produrre sistemi antiincendio diffusi in tutto il mondo.

Fonti: L’Eco del Chisone del 14 ottobre 1911; L’Avvisatore Alpino del 22 dicembre 1911; L’Avvisatore Alpino del 29 dicembre 1911.

Immagine: Un’immagine d’epoca dello stabilimento della Minimax a Sampierdarena (Genova), con i caratteristici estintori a forma conica, dal sito www.minimax.it.

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