L'Ora del Pellice

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18 novembre 1235: Pinerolo e Torino, stremate, fanno la pace con i Savoia

Nel XIII Secolo, in pieno medioevo, l’organizzazione politico-amministrativa era profondamente diversa rispetto a quella cui siamo abituati. Il potere era parcellizzato: a Pinerolo, ad esempio, convivevano e s’intrecciavano gli interessi del conte di Savoia, quelli dell’abbazia di Santa Maria (Abbadia) e quelli del Comune. Come se non bastasse, faceva sentire i suoi effetti il dualismo tra il potere imperiale rappresentato da Federico II di Svevia e quello dei Comuni dell’Italia settentrionale, riuniti nella Seconda Lega lombarda.
I conflitti erano frequenti, le alleanze mutevoli, la confusione marcata. Pinerolo rivendicò la propria indipendenza tra il 1222 e il 1224, poi – nel 1226 – aderì alla Seconda Lega lombarda, in chiave anti-sabauda e anti-imperiale. Si trovò perciò alleata con Torino, che stava vivendo un momento molto delicato della sua storia, minacciata da Asti.
Le dispute locali erano cruentissime. Basti pensare che una delle realtà di importanza equiparabile a quelle di Torino e Pinerolo, la loro alleata Testona, fu assalita e distrutta dai chieresi, inferociti perché lasciati fuori dalla Lega lombarda. La popolazione superstite si rifugiò in collina e fondò una nuova città: Moncalieri.
In questo contesto, naturalmente, l’economia ristagnava. I campi erano saccheggiati, i commerci interrotti. Un curioso episodio, raccontato da un cronista di Reims, rappresenta la testimonianza perfetta dello stato di crisi che stavano vivendo Torino e i Comuni circostanti, Pinerolo compresa. Il vescovo di Beauvais, in viaggio verso Roma, passò dal Piemonte con il suo seguito. Costeggiando un campo, vide un uomo intento a vangare con un anello d’oro al dito. Stupito, gli chiese chi fosse e quegli rispose: «Sono il vescovo di Torino che guadagna il pane. Il mio vescovado è così povero che non basta alle mie spese».
Sfinite dalle conseguenze dei conflitti, le parti in causa cercarono un accordo. Il 18 novembre 1235 i rappresentanti del Comune di Pinerolo, quelli di Torino e quelli di Moncalieri, insieme al vescovo e a diversi feudatari, sottoscrissero la pace con Amedeo IV, conte di Savoia, «in nomine Domine nostri Jesu Christi».
Pinerolo tornò formalmente sotto la signoria sabauda, ma di fatto mantenne ancora per nove anni una certa autonomia. Sarà solo la decisione dell’abate di Santa Maria, nel 1244, di cedere al conte di Savoia la fedeltà di tutti i pinerolesi – in cambio dell’uso dei boschi di Miradolo, del transito delle greggi sul terreno comitale e dell’obbligo a rispettare le sue prerogative da parte del Comune – a innescare una reazione a catena: i monaci si ribelleranno al loro stesso abate, rivolgendosi direttamente al Papa; la città si solleverà, ma sarà assediata dai Savoia fino ad ottenerne la sottomissione.

Fonti: Francesco Cognasso, Storia di Torino, Giunti, 2002; Alessandra Barbaglia, Schede storiche-territoriali dei Comuni del Piemonte – Comune di Pinerolo.

Immagine: Scontro tra cavalieri del XIII Secolo in un dipinto dell’epoca.

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