L'Ora del Pellice

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19 febbraio 1963: separate nei gulag, si ritrovano a Villa Olanda

Era arrivata in Val Pellice a 74 anni e negli ultimi venticinque era stata una “senza patria”. Olga Truskoff era una cittadina sovietica: una tra le centinaia di migliaia che, alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, furono internate nei gulag staliniani. Bastava una delazione, bastava un’amicizia pericolosa, bastava un parente rimasto coinvolto nelle cosiddette “Grandi Purghe”.

Insieme alla signora Truskoff – nel 1938 – fu prelevata anche la figlia Tamara, appena quindicenne. Madre e figlia, però, furono separate: finirono in campi diversi e persero completamente le tracce l’una dell’altra. Olga riuscì a sopravvivere, tornò in libertà e a lungo visse in Estremo Oriente. La sua condizione di esule e di perseguitata politica fu aggravata da una malattia, che le causò un grave problema alla vista: cieca da un occhio, ipovedente dall’altro, riuscì in qualche modo a raggiungere Hong Kong, città cinese controllata dalla Gran Bretagna.

Del suo caso s’interessarono le Nazioni Unite e il Consiglio ecumenico delle Chiese. I rappresentanti del CEC le prospettarono la possibilità di trovare finalmente un rifugio sicuro e sereno dall’altra parte del mondo, in una piccola comunità di esuli russi sulle Alpi italiane: Villa Olanda, a Luserna San Giovanni. E così Olga Truskoff intraprese il lungo viaggio, sotto protezione, e giunse qui, dove da tempo – ospiti della Tavola valdese – soggiornavano diversi connazionali.

Fu il pastore Seiffredo Colucci ad accoglierla e ad ascoltarne l’incredibile storia. Quando la signora Olga, in lacrime, gli parlò della figlia, con cui aveva perso ogni contatto un quarto di secolo prima, Colucci decise che avrebbe fatto di tutto per conoscerne il destino. Dopo aver coinvolto la Croce Rossa internazionale, il pastore ebbe nella ricerca grande perseveranza e un pizzico di fortuna. Dopo circa tre mesi riuscì infatti a scoprire che Tamara, ormai quarantenne, viveva in Germania, dove aveva conosciuto e sposato un sottufficiale statunitense, da cui aveva avuto tre figli.

Tamara fu presto informata che la madre era ancora viva: entusiasta dell’inattesa notizia, decise di correre in Italia – con tutta la famiglia – per riabbracciarla. Il commovente incontro avvenne il 19 febbraio 1963 a Villa Olanda e per la colonia russa della valle fu occasione di grande gioia. Le cronache dell’epoca indicano che la figlia volle poi portare con sé, nella Germania occidentale, la signora Olga Truskoff.

 

La foto di Villa Olanda è dell’Archivio fotografico valdese.

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