2 dicembre 1925: Il Pinerolese si distingue nella raccolta del dollaro
«Ill.mo sig. Sindaco di Pinerolo.
Prego la S.V. Ill.ma di voler rendersi interprete presso il Comitato locale per la Raccolta del Dollaro e presso tutti i generosi offerenti, dal più vivo compiacimento di questo Comitato Provinciale per la concorde partecipazione di cotesto Comune a questa grandiosa gara di devozione alla Patria, alla quale con tanto slancio risponde la nostra Provincia».
Questa la lettera inviata, il 2 dicembre 1925, dal commissario straordinario per la Città di Torino Donato Etna. Nell’ampolloso linguaggio dell’epoca salutava la ricca donazione inviata il giorno precedente dalla Città di Pinerolo: 39.000 lire. E la raccolta – cui presero parte moltissime persone e istituzioni, anche nel nostro territorio – continuava. Il Regio istituto tecnico “Michele Buniva” di Pinerolo, ad esempio, raccolse 1.425 lire tra docenti e studenti. Le fabbriche si attivarono per coinvolgere gli operai. Le banche fungevano da punti di raccolta. Gli insegnanti delle scuole elementari sollecitavano le famiglie attraverso gli alunni. Il vescovo di Pinerolo Angelo Bartolomasi partecipò versando 100 lire. Le associazioni facevano a gara per poter vantare, negli elenchi pubblicati sui giornali locali, la cifra più generosa. Ma anche le oblazioni più modeste, quelle di 5 lire appena, venivano scrupolosamente riportate dai settimanali, con tanto di nome e cognome del donatore.
La Raccolta del Dollaro fu una delle prime iniziative in cui il nascente regime totalitario fascista testò il consenso popolare e la disponibilità degli italiani a sostenere – anche economicamente – le sue politiche. Il 14 novembre, il ministro delle Finanze Giuseppe Volpi, da poco nominato conte di Misurata, aveva sottoscritto a Washington un accordo per il pagamento del debito contratto dall’Italia nei confronti degli Stati Uniti durante la Grande guerra. Per ripagarlo era stato tra l’altro ottenuto un prestito di 100 milioni di dollari dal celebre istituto di credito J.P. Morgan. Una cambiale pesantissima sulle spalle degli italiani. Il fascismo riuscì però a trasformarla in un successo propagandistico.
L’agenzia Stefani diramò ai giornali, il 18 novembre, un comunicato di questo tenore: «Il segretario del Partito fascista ha inviato alle Federazioni provinciali una circolare in cui raccomanda una intensa propaganda affinché la raccolta del dollari sia sollecita e imponente, avvertendo inoltre che per il 20 dicembre le sottoscrizioni dovranno essere chiuse e le somme raccolte da dette Federazioni inviate alla Direzione del partito, che ne farà presente, come strenna natalizia, al presidente del Consiglio». Insomma: la raccolta doveva essere congegnata come un regalo di Natale a Mussolini. Che nel frattempo – forte anche di questo genere di consenso – ispirava leggi restrittive della libertà, chiudendo giornali, impedendo le trattative sul lavoro ai sindacati e sopprimendo il libero associazionismo.
Fonti: La Stampa, 17 e 19 novembre 1925; La Lanterna pinerolese, 28 novembre, 5 e 12 dicembre 1925.
Immagine: Frammento di uno dei lunghi elenchi di sottoscrittori pubblicati sui giornali locali (questa è La Lanterna pinerolese del 5 dicembre 1925).