2 settembre 1794: muore D’Orliè, primo vescovo di Pinerolo
Monsignor Giovanni Battista D’Orliè dei marchesi di Saint Innocent, primo vescovo di Pinerolo, si spense il 2 settembre 1794 a 89 anni compiuti. Nella sua lunga vita attraversò il secolo XVIII e vide il mondo cambiare: a partire dall’istituzione di quella Diocesi che resse per 45 anni.
Savoiardo di Chambéry, era stato ordinato sacerdote il 30 novembre 1732 nella sua città, tra le più importanti del Ducato di Savoia. Nel 1743 era stato indicato quale abate e prevosto di Oulx, sovrintendendo in questa veste alle parrocchie della Valle di Susa e della Valle di Pragelato (la Diocesi di Susa sarà eretta solo nel 1772).
Nella prima metà del XVIII Secolo Pinerolo, abbattute le mura, era una città in piena espansione. Il duca Vittorio Amedeo II di Savoia allocò a Pinerolo, nel 1713, un Senato con giurisdizione sull’intero Piemonte. Con l’edificazione dell’Ospizio dei Catecumeni da parte di Bernardo Vittone, nel 1740, si tracciò una grande piazza d’armi nei suoi paraggi: l’odierna piazza Vittorio Veneto (Fontana).
Fino ad allora Pinerolo e il Pinerolese erano stati soggetti all’abate di Santa Maria: autonomo rispetto al vescovo di Torino, dipendeva direttamente dal Papa. Risiedeva all’Abbadia, dove la chiesa di San Verano, distrutta dalla guerra, era stata ricostruita nel 1727 dal grande architetto Filippo Juvarra.
Con la Bolla del 23 dicembre 1748, accogliendo l’istanza del re di Sardegna Carlo Emanuele III, papa Benedetto XIV decise di erigere Pinerolo a vescovado, indicando la collegiata di San Donato quale cattedrale. Il 29 giugno dell’anno successivo fece perciò il suo ingresso solenne il primo vescovo della storia: appunto monsignor D’Orliè.
«Splendidi furono i preparativi del municipio per accoglierlo degnamente – scrive Goffredo Casalis –. Indicibile era l’allegrezza dei cittadini per così fausto avvenimento; ma quest’allegrezza fu turbata da un tristo accidente, cioè dalla caduta di un crocefisso del peso di quindici libbre sul capo del venerando pontefice. Per buona ventura le conseguenze di tal colpo non furono gravi; e il novello pontefice, a cui furono immantinente applicati gli opportuni rimedii, poté continuare la solenne funzione del suo possesso, che durò parecchie ore».
L’incidente avrebbe potuto rappresentare, in una società tanto superstiziosa, un presagio di sventura. I cronisti riportarono tra l’altro che dieci giorni prima dell’ingresso del vescovo una copiosa nevicata fuori stagione aveva imbiancato le alture circostanti la città, costringendo gli abitanti a «vestirsi con abiti d’inverno, e cuoprirsi nella seguente notte con coperte di lana».
Incurante di tutto ciò, monsignor D’Orliè resse con intraprendenza ed energia la Diocesi per quasi mezzo secolo. Allestì la cattedrale e la fece ristrutturare in stile barocco, organizzò il clero e aprì il seminario dei chierici. «Queste, ed altre rilevanti cose egli operò, le quali richiedevano il senno e la fermezza d’animo di cui era a dovizia fornito. La Diocesi di Pinerolo gode ancora in oggi i frutti delle sue pastorali fatiche», conclude Casalis.
Fonti: www.diocesipinerolo.it; www.scopripinerolo.it; Goffredo Casalis, Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. Il Re di Sardegna, 1847.
Immagine: Ritratto di monsignor D’Orliè, dal sito della Diocesi di Pinerolo.