20 gennaio 1923: Pinerolo lotta ma perde per la prima volta il Tribunale
La prima cosa che fece il sindaco di Pinerolo Mario Risso, nel momento in cui si prefigurò la soppressione del Tribunale della città, fu convocare i colleghi amministratori dei Comuni del Circondario. Il 20 gennaio 1923, il giorno stesso in cui su La Lanterna pinerolese compariva il primo, allarmato articolo sull’argomento, Risso spiegò agli altri sindaci che erano a rischio non solo il Tribunale, ma anche la Sottoprefettura, la Conservatoria delle ipoteche, l’Agenzia delle imposte e perfino diverse scuole.
Un vero disastro, per la città e per tutto il territorio. Il “taglio”, che stava per essere deciso dal neonato Governo Mussolini, era motivato da ragioni di risparmio: «L’economia che si vorrebbe ricavare è nella testa di chi la immagina e non sarebbe certo nei fatti», commentava con decisione il cronista de La Lanterna pinerolese sul numero del 20 gennaio. Il regime era appena agli inizi, la critica politica era ancora possibile, e il territorio pinerolese non lasciò nulla d’intentato.
Le ragioni per il mantenimento del Tribunale a Pinerolo somigliano molto a quelle addotte, novant’anni dopo, quando si è profilato una seconda volta il medesimo problema: «A Torino un Tribunale solo è impossibile possa attendere a tutte le cause civili e penali (…). Tanto è vero che non può attendere nemmeno a quelle di Torino, per cui occorrono già 7 sezioni!». Si fece riferimento alle difficoltà che l’accentramento in città avrebbe causato alle persone che vivevano in montagna. «Giustizia lontana è mezza giustizia», sottolineò La Lanterna pinerolese.
Mario Risso e gli altri sindaci del Circondario, tra cui il torrese Emilio Eynard, con il supporto del consigliere provinciale Mario Falchi, sottoscrissero un appello in cui, tra l’altro, si affermava: «Ritenuto che l’accentramento a Torino determinerebbe gravissimo danno, senza un sensibile risparmio per il pubblico Erario, fanno voti che nella riforma in corso siano tenuti presenti i desiderata dei Comuni pinerolesi, coincidenti con l’interesse dell’intiero Circondario».
L’appello rimase lettera morta. Il Governo procedette spedito e nel marzo 1923 varò un decreto per la soppressione in tutto il Regno di numerosissimi uffici giudiziari, tra cui il Tribunale di Pinerolo e tutte le preture del circondario, ad eccezione di quelle di Perosa e Cavour.
Per il ripristino del suo Tribunale, Pinerolo dovette attendere quasi 25 anni, la caduta del regime fascista e la nascita della Repubblica italiana. Nel dicembre 1947 un altro decreto del Governo – guidato da Alcide De Gasperi – cancellò la soppressione.
La storia del Tribunale di Pinerolo è perciò proseguita fino alla nostra epoca: il 7 settembre 2012 il decreto legislativo 155 ispirato dal ministro Paola Severino ha posto di nuovo la parola fine, nonostante una dura battaglia per il mantenimento dell’istituzione.
Fonti: La Lanterna pinerolese del 20 gennaio 1923, del 27 gennaio 1923, del 31 marzo 1923; La Stampa del 14 dicembre 1947; L’Eco del Chisone dell’8 agosto 2012; La Stampa del 4 luglio 2013; Voce Pinerolese del 5 settembre 2013.
Immagine: Cartolina che indica la vecchia sede del Tribunale di Pinerolo, al primo piano del Palazzo della Cassa di Risparmio di Pinerolo, in corso Porporato. Vi rimase poco più di vent’anni, dal 1912 al 1923.