21 gennaio 1561: a Bobbio, i valdesi delle valli sanciscono l’unione
Dopo le stragi avvenute in Francia e in Calabria, i valdesi delle valli piemontesi sono il prossimo obiettivo della persecuzione. È la conseguenza dell’adesione alla Riforma (1532) e della Pace di Augusta (1555), che ha stabilito il principio del Cuius regio eius religio e impone ai sudditi di adottare la religione del proprio signore. Di conseguenza, i valdesi dovrebbero abiurare la loro fede oppure lasciare la loro terra.
La situazione politica è molto complessa. La Val Luserna (Pellice) è soggetta al dominio del duca di Savoia, la Val Chisone è francese mentre la Val Pragelato (alta Val Chisone) fa parte della cosiddetta Repubblica degli Escartons (o Delfinato o Principato del Brianzonese). La minaccia più grave riguarda, all’inizio del 1561, i valdesi della Val Luserna, contro cui il duca Emanuele Filiberto muove dapprima un importante predicatore come il gesuita Antonio Possevino e poi, fallito il tentativo di riconversione, le sue truppe, guidate da Giorgio Costa.
Le chiese valdesi delle valli Luserna, Chisone e Pragelato comprendono l’importanza di unire le forze, sancendo un’alleanza. Per l’incontro, avvenuto il 21 gennaio 1561, scelgono una località di Bobbio, il Podio o il Puy. Qui sottoscrivono il “Patto dell’Unione” con cui – stando a quanto scrive Scipione Lentolo – «il popolo Valdese et di quà et di là dei monti farebbero tra loro perpetua et inviolabile confederatione, promettendo tutti di mantenere con la gratia di Dio, la pura predicatione dell’Evangelo et l’amministratione de i Santi Sacramenti; di aiutarsi et soccorrersi scambievolmente gli uni gli altri; et di rendere ubidienza a i Superiori loro, come la Parola di Dio comanda; che non sarebbe lecito a nessuna di tutte le Valli, promettere transigere overo accordare cosa alcuna sopra il fatto della religione senza il consentimento di tutte le altre Valli».
Il Patto dell’Unione, dunque, ha risvolti organizzativi, teologici e militari. I valdesi decidono di resistere al duca e di difendere il proprio diritto di esistere come chiesa aderente alla Riforma. Ratificato dal Sinodo del 2 febbraio 1561, alla Comba del Villar, il Patto è considerato la base su cui si fonda il corpo unitario delle chiese valdesi.
La reazione ducale sarà dura, ma la resistenza valdese sarà premiata con la pace di Cavour (5 giugno 1561), che riconoscerà una certa libertà di culto.
Fonti: Pierre Gilles, Histoire Ecclésiastique des Églises vaudoises, Chiantore e Mascarelli, Pinerolo, 1881; Disciplina generale delle Chiese evangeliche valdesi in www.chiesavaldese.org; Patto dell’Unione in www.chiesavaldese.org; www.valdesina.babacio.it.
Immagine: Particolare dell’Histoire Ecclésiastique di Pierre Gilles, che ricostruisce le vicende del Patto dell’Unione.