L'Ora del Pellice

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22 aprile 1810: premio imperiale per Buniva, pioniere del vaccino

Il 22 aprile 1810, il Comitato per il vaccino di Torino si riunisce per un’occasione molto particolare. Il prefetto del Dipartimento del Po – il generale Alexandre de Lameth – ha ricevuto un incarico dal ministro dell’Interno dell’Impero di Francia: consegnare due medaglie d’argento ad altrettanti medici torinesi «come ricompensa per lo zelo che hanno dimostrato nella diffusione del vaccino negli anni 1806 e 1807». Il primo e il più celebre dei premiati è Michele Buniva, nato a Pinerolo il 15 maggio 1761 e legatissimo al nostro territorio.
Figlio di un architetto, si era laureato in medicina a Torino ad appena vent’anni. Ben presto i suoi studi condotti sugli animali domestici e sulle loro patologie lo avevano fatto conoscere in ambito accademico. A 28 anni era diventato titolare della cattedra di Medicina all’ospedale San Giovanni di Torino e la sua fama si era spinta fino in Francia, dove era stato accolto nella Société Royale de Médecine di Parigi. Poliedrico e instancabile, Buniva si era occupato anche di ingegneria, chimica e agronomia. In ogni ambito, cercava di utilizzare concretamente il progresso scientifico per il miglioramento della qualità della vita.
A partire dal 1792 Francia rivoluzionaria aveva invaso la Savoia, poi aveva valicato le Alpi: una guerra che aveva prostrato il Piemonte, scatenando epidemie che avevano decimato il bestiame. Buniva si era prodigato nello studio del flagello, pubblicando istruzioni per arginare le malattie.
Quando, nel 1798, Carlo Emanuele IV aveva rinunciato al trono, lasciando campo libero alle truppe di Napoleone Bonaparte, Michele Buniva – che era massone – era stato subito coinvolto dal nuovo regime attraverso importanti incarichi politici e accademici. Il medico aveva risposto con entusiasmo, credendo fermamente nei benefici che avrebbe portato il nuovo ordine sociale.
La sua vicinanza a Bonaparte lo aveva costretto all’esilio in Francia quando, nel 1799, le truppe austro-russe guidate da Aleksandr Suvorov avevano temporaneamente riconquistato il Piemonte e restaurato il regno sabaudo. Dopo aver operato a Lione e Parigi, Buniva si era recato a Londra dove aveva assistito ai primi esperimenti di inoculazione del vaccino contro il vaiolo scoperto dal medico inglese Edward Jenner.
Tornato a Torino nel 1800, dopo la vittoria francese a Marengo, Buniva si era impegnato con entusiasmo nella direzione della neonata Commissione per il vaccino, nonostante gli atteggiamenti ostili di altri accademici e i timori della popolazione, che inizialmente era fortemente contraria a questa «benefica pratica»..
Le fonti riportano che, alla fine del 1807, Buniva aveva provveduto a vaccinare oltre centomila tra adulti e bambini, coinvolgendo anche il Mandamento di Pinerolo. Nella sua città natale – «la mia cara Patria» – si era prodigato anche nei soccorsi dopo il devastante terremoto dell’aprile 1808 (che aveva avuto il suo epicentro in Val Pellice).
Nel discorso di ringraziamento per l’onorificenza consegnatagli dal prefetto, il 22 aprile 1810, Michele Buniva esalta Pinerolo per il gran numero di vaccinatori in rapporto alla popolazione (la traduzione dal francese è nostra, abbiamo stralciato solo i brani relativi al territorio di diffusione de L’Ora del Pellice, ndr): «Il signor Caffarat, medico, ha lavorato nel comune di San Secondo. I signori dottori Fenocchio e Cerignaco in quello di Cavour (…). I signori dottori Castelli, Danesi, Grosso, Martini e altri si sono costantemente occupati della città di Pinerolo e dei comuni vicini. (…) Il signor chirurgo Fissour ha operato [vaccinato] 40 [individui] nel 1807, nel comune della Torre del Pellice; e il signor dottore chirurgo Genetti, suo successore, (…) ha continuato negli anni 1808 e 1809, il totale dei suoi interventi ammonta a 166. (…) Il signor chirurgo Gasca è un vero atleta vaccinatore nel comune di Bricherasio e in altri villaggi vicini. Il signor dottore Brignone lo ha costantemente assistito. (…) Il signor Lorenzat ha vaccinato 118 individui a (…) Villar Pellice nel 1809. (…) Più operazioni sono state effettuate nel comune di Osasco dal signor chirurgo Pisani; a Bibiana dal signor chirurgo Raymondo». A Campiglione, continua l’elenco Buniva, ha operato il medico Masselli.
Nel momento del massimo riconoscimento, Michele Buniva condivide dunque i meriti con i tanti suoi collaboratori, che come lui stavano contribuendo a limitare una delle malattie più gravi e diffuse dell’epoca: il vaiolo, oggi eradicato grazie al vaccino.

Fonti: Valerio Castronovo, voce nel Dizionario biografico degli italiani, Milano, Treccani; Discours prononcés dans la séance du Comité général de vaccine le 22 avril 1810, Turin, Imprimerie departementale.

Immagine: Un ritratto di Michele Buniva e la pagina introduttiva del discorso di ringraziamento pronunciato il 22 aprile 1810 a Torino, in occasione della consegna della medaglia d’argento.

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