L'Ora del Pellice

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23 luglio 1936: il piroscafo Pellice e l’inizio della guerra di Spagna

«Il nostro piroscafo mercantile Pellice, sfiorato dalla bomba lanciata da un aviatore ribelle a Tangeri, ha raccolto in mare la bomba stessa, che conserva allegramente come cimelio dello scampato pericolo». I toni sono tipici della propaganda, ma l’episodio, raccontato da La Stampa del 25 luglio 1936 e riferito a un paio di giorni prima, ci permette di ricostruire la curiosa storia della nave che portò per i sette mari il nome del torrente che caratterizza la nostra valle.
Sono i primi giorni del sollevamento militare contro la Repubblica di Spagna e contro il governo del Fronte popolare. Il 20 luglio è morto in un incidente aereo il generale José Sanjurjo, primo leader dell’insurrezione, e il mondo inizia a fare la conoscenza di Francisco Franco, un altro generale che si pone al comando delle truppe ammutinate di stanza nel Marocco spagnolo. Il piroscafo Pellice è al largo delle coste marocchine e per un pelo non viene bombardato, nel caos dei primi giorni di guerra civile. Il regime fascista ha comunque già scelto di sostenere l’insurrezione militare: Mussolini invia subito delle navi da guerra al largo delle coste spagnole, ufficialmente per proteggere gli italiani che vivono in Spagna.
Non ci sono documentazioni relative all’impiego del piroscafo Pellice nella sanguinosa guerra che si concluse con l’abbattimento della Repubblica da parte dei franchisti. Sappiamo però che quest’imbarcazione era stata varata nel febbraio 1920, con il nome di Ansaldo VIII, presso gli stabilimenti Ansaldo di Sestri Ponente. Sembra che il nome Pellice le sia stato imposto nel 1928, quando il piroscafo era di proprietà dell’Italnavi, società di navigazione di Genova, costituita dalla Fiat. Buona parte della flotta dell’Italnavi era infatti indicata con nomi di località montane piemontesi o in qualche modo legati al territorio pinerolese: Sestriere, Chisone, Riv, Villar Perosa…
Il piroscafo Pellice, che era un’imbarcazione da 5.305 tonnellate di stazza lorda, aveva il “vizio” di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quattro anni dopo essere stato sfiorato da una bomba all’inizio della guerra civile spagnola, il 10 giugno 1940, fu sorpreso dalla dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna da parte di Mussolini quando era in rada proprio in un porto britannico, quello di Newcastle. Inutile un tentativo di fuga: il Pellice fu catturato dagli inglesi, che lo ribattezzarono Empire Statesman e lo utilizzarono per qualche mese per i rifornimenti nell’Atlantico settentrionale.
L’ex-piroscafo Pellice fu attaccato e affondato l’11 dicembre 1940 al largo delle coste irlandesi dal sommergibile tedesco U-94. La nave si era staccata dal suo convoglio il 21 novembre, a causa di un’avaria, diventando un bersaglio facile per i nazisti. Nell’attacco morirono il comandante e 31 membri dell’equipaggio.

Fonti: La Stampa del 25 luglio 1936; www.wrecksite.eu.

Immagine: Il Pellice, che ancora portava il nome originario di Ansaldo VIII, in un’immagine del 1922 (scattata sull’isola di Curaçao, nelle Indie olandesi) pubblicata sulla rivista Shipping Wonders of the World.

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