L'Ora del Pellice

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23 settembre 1911: Brovelli tiene Torre col fiato sospeso

C’era tutta Torre Pellice, la sera di sabato 23 settembre 1911, in piazza Vittorio Emanuele (l’attuale piazza della Libertà): alle 20,30 era fissato lo spettacolo di Pio Brovelli, l’uomo aeroplano, un acrobata celebre a livello internazionale. Il Pellice aveva lanciato l’evento – del tutto nuovo in paese – asserendo che l’equilibrista si esibiva «a notevole altezza su di un filo metallico, sul quale fa diversi esercizi, anche in bicicletta!».
Non si sa se la bicicletta fu poi effettivamente utilizzata. Il resoconto del cronista de L’Eco del Chisone non vi fa cenno, ma tratteggia con entusiasmo quanto messo in mostra dallo spericolato funambolo: «Prima ad occhi aperti e poi bendati e colla testa in un sacco, egli attraversò la vasta piazza camminando sopra un filo metallico teso all’altezza di circa 30 metri da terra».
Pio Brovelli era originario di Ispra, sul lago Maggiore. Era l’erede del francese Charles Blondin e dell’americano James Hardy, che si erano contesi a lungo il titolo di roi des marcheurs aériens (re dei camminatori in aria). Entrambi avevano attraversato su una fune – davanti a migliaia di spettatori – le cascate Montmorency, in Canada.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento imprese sportive dei pionieri di questa disciplina erano state esaltate dai giornali. Non erano mancate, però, polemiche – anche feroci – sulla moralità di questo genere di attività.
L’Album universel del 1º luglio 1905 pubblicò questa riflessione: «È (…) un fenomeno psicologico tra i più curiosi questo bisogno della folla d’assistere a spettacoli dove, con il pretesto di divertirla, un uomo si espone volontariamente a un grave pericolo. C’è da credere che, con il progresso della nostra civiltà, gli “spettacoli di morte” siano divenuti un bisogno, così come costituiscono una nuova arte non priva di piacere, per via delle forti sensazioni che suscitano. Questo secolo ha creato (…) le corse d’automobile su terra e su mare (…), tutti questi sport pericolosi dove la morte è associata all’eroe dell’avventura e percorre la strada insieme a lui».
Dopo l’impresa di Hardy sulle cascate del Niagara, nel 1896, le autorità americane avevano vietato categoricamente di ritentare la traversata.
Lo stesso Brovelli – che a partire dal 1904, con la sua fune, aveva girato la Francia, da Vals le Bains a Annecy, passando per Forges-les-Eaux in Normandia, alla ricerca di fama e denaro – era incappato nella proibizione formale del sindaco di Sens, in Borgogna, quando si era presentato in paese nel novembre 1906. Incurante del divieto, il funambolo italiano si esibì davanti a moltissimi spettatori. Jean-Patrick Serrurier, nel libro Sens d’autrefois, cita un testimone oculare dell’evento e racconta che Brovelli si era bruciato con la torcia che teneva in mano durante la traversata, tanto da doversi far medicare in farmacia. I giornali locali, timorosi di dare risalto a uno spettacolo proibito, non diedero alcuna notizia dell’accaduto, ma una bella cartolina d’epoca fa giungere fino a noi l’atmosfera di quel giorno.
Qualcosa di molto simile si verificò il 23 settembre – e in replica il giorno successivo – a Torre Pellice. Uno spettacolo di «ginnastica e acrobatismo» che fece passare in secondo piano la chiamata alle armi e l’imminente partenza di diversi giovani della valle per la Tripolitania, dove stava per cominciare la cosiddetta Guerra di Libia.

Fonti: Le Petit Parisien, 9 luglio 1903; L’Album universel, 1° luglio 1905; Il Pellice, 22 settembre 1911; L’Eco del Chisone, 30 settembre 1911; Jean-Patrick Serrurier, Sens d’autrefois, Horvath, 1982.

Immagine: Cartolina d’epoca celebrante l’impresa di Pio Brovelli a Sens, in Francia, nel novembre 1906. Cartoline simili sono in vendita sul sito www.delcampe.net

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