24 giugno 1879: l’on. Geymet infiamma la Camera parlando del treno
Gli atti parlamentari del 24 giugno 1879 testimoniano la calorosa accoglienza che ricevette l’intervento dell’onorevole Giovanni Battista Enrico Geymet: «Bravo! Bene! – Parecchi deputati vanno a stringere la mano all’oratore», si legge nelle note.
Per Geymet è un piccolo trionfo personale. Militare di carriera, eletto deputato per la prima volta nel Collegio di Bricherasio due anni prima, dovette interrompere più volte il proprio discorso per via degli applausi. Ma cosa disse il parlamentare piemontese (nato a Torino nel 1831) per infiammare a tal punto Montecitorio?
Il Regno d’Italia attraversava un’epoca di grande fervore per quanto riguardava lo sviluppo ferroviario. E Geymet aveva un progetto nel cuore: il prolungamento della Torino-Pinerolo fino a Torre Pellice. Se ne parlava da ben tredici anni e ne serviranno ancora tre e mezzo per realizzare il sogno. Ma la seduta del 24 giugno 1879 fu probabilmente decisiva per sbloccare la situazione.
L’onorevole Giovanni Battista Enrico Geymet convinse i colleghi parlamentari con argomenti di carattere economico: «Trattasi (…) della costruzione di 16 chilometri: ebbene, a ciascheduno di questi 16 chilometri corrisponde uno stabilimento industriale, un opificio, una manifattura. Voi non avete che a percorrere le raccolte e notizie statistiche, e ad ogni piè sospinto vi troverete che a Bricherasio, Luserna, Torre Pellice, San Secondo ed altri piccoli paesi vi danno il loro largo contingente in ogni ramo d’industria. Sì, o signori, non sono meno di 16 stabilimenti industriali con una forza motrice di oltre 400 cavalli che in una piccola zona, col trasporto delle materie che loro occorrono, e con la spedizione dei prodotti manifatturati, alimenteranno sicuramente il traffico di quella linea. E taccio dei prodotti rurali di quel feracissimo suolo, e delle rinomatissime cave di pietra».
Geymet sottolineò inoltre come la stazione di Pinerolo si classificasse al 40º posto tra quelle del Nord Italia, per introito economico: 441.502 lire nel 1878.
Ma il passaggio del discorso che più accese gli animi dell’assemblea – e forse il più sorprendente al giorno d’oggi – fu quello dedicato alle potenzialità militari della linea. Geymet, che era un importante ufficiale del Genio e aveva combattuto nella seconda e terza guerra d’indipendenza, nonché nella campagna della Bassa Italia, evidenziò come la Pinerolo-Torre Pellice potesse «far penetrare il più presto e il più innanzi che si possa nella valle quel nerbo di valorosi che dovrà per il primo guardare e difendere quella parte del confine. Si tratta di risparmiare agli animosi nostri soldati accorrenti da tutte le regioni d’Italia qualche tappa forzata, qualche marcia in più, affinché possano freschi freschi inerpicarsi su quelle balze e su quei dirupi delle nostre Alpi, che coll’imponenza del loro aspetto, colla maestà delle loro tradizioni guerresche, bene insegneranno loro che solo il nemico deve indietreggiare in quei passi. Napoleone disse che la vittoria è riposta nel coraggio, ma anche nelle gambe dei soldati. Un treno che faccia 25 o 30 chilometri all’ora, rimpiazza certo ogni marza forzata immaginabile».
Fonti: Atti Parlamentari – Camera dei Deputati.
Immagine: La stazione ferroviaria di Pinerolo, in una cartolina di fine Ottocento, e, nel riquadro, Giovanni Battista Enrico Geymet.