25 febbraio 1865: nasce a Pinerolo Caramba, scenografo di fama mondiale
Il nome di Luigi Sapelli è legato indissolubilmente a quello di Pinerolo poiché vi nacque, il 25 febbraio 1865. Il padre Filippo – di nobile famiglia del Monferrato – vi si era trasferito, insieme alla madre Bianchina Ricchini, per ricoprire il ruolo di capitano istruttore della Scuola militare di Cavalleria, la più importante d’Italia e forse del mondo: a Montebello (Pavia), nella prima grande battaglia della seconda guerra d’indipendenza, Filippo Sapelli si era distinto – come tutti i piemontesi – meritando una medaglia d’argento.
Ma Luigi non volle saperne di seguire le orme del padre. La sua realizzazione lo portò lontano da Pinerolo, dalla Cavalleria, perfino dal suo nome. La fama, infatti, la raggiunse con uno pseudonimo – Caramba – che gli permise di cominciare a lavorare nel mondo dell’arte e dello spettacolo superando le proibizioni paterne. Caramba è un esclamazione spagnola di cui amava infarcire i suoi discorsi fin da quando, liceale a Torino, frequentava il caffè Molinari, ritrovo di artisti.
Talentuoso e creativo, Caramba si distinse tra gli illustratori, gli scenografi e i costumisti più noti e capaci della sua epoca. I suoi esordi dicono molto della sua personalità. Fondò, diresse, scrisse e illustrò in prima persona la rivista Libellula, dove comparvero le sue prime caricature. Inoltre disegnò i costumi teatrali degli spettacoli che aveva visto, ma “migliorandoli” in base al proprio gusto e soprattutto in base all’indole del personaggio. Oggi sembra scontato, ma grazie a Caramba i costumi – da semplici travestimenti – divennero strumento di identificazione del personaggio stesso.
Morto il padre, dovette farsi carico del mantenimento della famiglia (oltre che della propria): per questo svolse per un certo periodo una doppia vita, impiegato e rappresentante di commercio di giorno, artista di notte.
Collaboratore di diverse testate – tra cui la Gazzetta del Popolo, il Fischietto e il Pasquino – Caramba si affermò con un’idea originale: illustrare con le vignette gli spettacoli teatrali, una sorta di critica per figure.
A soli 22 anni la svolta: i suoi disegni piacquero al punto da poter diventare la base per le scenografie degli spettacoli medesimi, a partire dall’operetta D’Artagnan. E così cominciò la carriera di scenografo e di costumista per i più importanti teatri italiani ed esteri: dalla Scala di Milano alla Fenice di Venezia, dal Regio di Torino al Metropolitan di New York.
Caramba era ricercatissimo per le sue “trovate” d’ingegno. I suoi allestimenti sorprendevano e seducevano lo spettatore grazie alla loro inesauribile fantasia. Conobbe e lavorò per i più importanti attori e autori del tempo: da Lyda Borrelli a Gabriele D’Annunzio, passando per Eleonora Duse. La sua Casa d’Arte, con sede a Milano, aprì filiali a Parigi e New York. Caramba si sperimentò anche nel cinema: fu scenografo e regista per la Tespi Film di Roma, firmando addirittura un kolossal: La mirabile visione, film del 1921 sulla vita di Dante Alighieri.
Proprio a partire dal 1921 fu nominato direttore degli allestimenti scenici del Teatro alla Scala, collaborando attivamente con il grande Arturo Toscanini. Lavorò molto con gli effetti di luce, introducendo la “cupola di Fortuny”: un sistema di illuminotecnica che, posizionato sul retro del palcoscenico, consentiva alla luce di riflettersi in modo indiretto, creando un effetto più dilatato, rarefatto, misterioso. La utilizzò ad esempio con un regista legato al nostro territorio: il ginevrino Adolphe Appia, figlio del cofondatore della Croce Rossa Louis e nipote di Giorgio, insegnante al Collegio valdese di Torre Pellice e pastore a Pinerolo.
Luigi Sapelli morì il 10 settembre 1936 a Milano. Durante le esequie, il feretro fu omaggiato, davanti alla Scala, da una pioggia di petali, prima di proseguire per il Cimitero monumentale di Torino.
Fonti: Francesca Romana Rietti, voce nel Dizionario biografico degli italiani (Treccani); www.studivaldesi.org.
Immagine: Caramba – quarto da sinistra – tra gli altri componenti della Tespi Film, casa cinematografica per cui fu scenografo ma anche regista.