In genere, la guerra di Libia occupa appena qualche paragrafo nei manuali. Fu tuttavia una sorta di anticipazione della prima guerra mondiale e, secondo alcuni storici, contribuì a crearne i presupposti, cambiando gli equilibri su cui poggiava la “pace” europea.
I resoconti inviati nel luglio 1912 da M.d.T. all’Avvisatore alpino, rappresentano una testimonianza preziosa di come un torrese di buona cultura – per certi versi un “antenato” di tutti noi – interpretasse l’avventura tripolina fortemente voluta da Giolitti.
In queste righe si nota, indubbiamente, il forte senso di superiorità dell’italiano nei confronti delle popolazioni locali; il paternalismo del borghese benestante (verosimilmente un ufficiale) nei confronti dei soldati; la rabbia nazionalistica nei confronti delle altre Nazioni europee, che contrastavano le velleità coloniali dell’Italia; la capacità di scrittura di un uomo colto, capace di descrizioni coinvolgenti.
È una lettura che turba, per la distanza di valori tra oggi e 108 anni fa. Ma la riteniamo interessante, per capire meglio le ragioni e le reazioni a quella strana guerra, in cui combatterono diversi valligiani e pinerolesi (molti anche come militi della Croce Rossa).
