5 febbraio 1920: viaggiatori pazienti sul treno Torre Pellice-Torino
La Domenica de L’Ora, il nuovo appuntamento settimanale per scoprire il nostro territorio. Una ricorrenza per ogni domenica dell’anno, un ricordo di ciò che fu per capire chi siamo oggi.
Più due ore e mezza per raggiungere Torre Pellice, da Torino, in treno. La modifica agli orari ferroviari, imposta il 5 febbraio 1920, suscitò qualche protesta da parte dei settimanali locali. «È vero che la partenza da Torino si effettua quasi sempre con 15 o 20 minuti di ritardo, minuti riguadagnati poi da qualche intelligente macchinista desideroso di giungere in orario; ma questo indica appunto l’inopportunità del cambiamento di orario, destinato, pare, soltanto a rendere più lungo e disagevole il viaggio», riporta L’Avvisatore alpino del 13 febbraio 1920.
La guerra era finita da poco più di un anno, la situazione politica era incandescente, alla Mazzonis infuriavano gli scioperi… Le persone che cercavano di ritagliarsi uno spazio di normalità quotidiana dovevano per di più misurarsi con i limiti evidenti del servizio di trasporto pubblico: le corse tra Torre Pellice e Torino, via Pinerolo, sulla linea inaugurata nel 1882 erano appena tre all’andata e altrettante al ritorno. Particolarmente disagevole l’unica che lasciava la Val Pellice in orario mattutino, in partenza da Torre alle 5,30! La corsa successiva? Alle 12,05.
«Dovere d’inverno alzarsi parecchie ore prima di giorno per aspettare poi a Torino due o tre ore che s’aprano i pubblici e privati uffici e i negozi, è un disagio non lieve, contro il quale ci meravigliamo che non si elevino più forte le voci del pubblico sempre paziente», osserva L’Avvisatore alpino.
Chi abitava a Bobbio Pellice – e all’epoca i residenti ben più del doppio di quelli di oggi – era costretto ad esempio prendere la corriera alle 4,40. Dopo il passaggio a Villar Pellice delle 4,51 giungeva a Torre Pellice alle 5,15.
Va precisato che le corse su gomma non si sovrapponevano a quelle su rotaia, ma erano complementari. Non accadeva neppure nella vicina Val Chisone, dove, tra Pinerolo, San Germano e Perosa Argentina, era in funzione dal 1882 la tramvia (che poi avrebbe preso il nome di “Gibuti”, per prendere bonariamente in giro la sua lentezza, paragonabile a quella dei servizi nell’Africa coloniale); da Perosa a Fenestrelle-Pragelato si proseguiva con la corriera.
Migliori i collegamenti ferroviari da Pinerolo a Torino: le corse erano sei al giorno in ciascuna delle due direzioni e impiegavano dai 55 ai 65 minuti.
L’utenza era molto diversa da quella attuale: non esisteva oppure era ridottissimo il fenomeno del pendolarismo per motivi di studio o di lavoro. A Torino ci si recava di tanto in tanto per questioni burocratiche o per compere. Il percorso inverso era invece compiuto, soprattutto nella stagione estiva, da molti villeggianti provenienti dall’Italia e dall’estero: la presenza di un collegamento ferroviario, sia pure lento, fece della Val Pellice una meta turistica nota e importante.
Nella foto – Gli orari del servizio ferroviario, tramviario e automobilistico (pullman) in vigore dal 5 febbraio 1920, tratti dall’edizione del 13 febbraio de L’Avvisatore alpino.