5 luglio 1913: altre feste e altri eroi
Non lo neghiamo. Spesso in questa rubrica cerchiamo di mettere in evidenza le sorprendenti similitudini tra il nostro passato e il nostro presente. Questa settimana, invece, proponiamo la… cronaca delle differenze tra il Pinerolese del 1913 e quello di 107 anni dopo.
Luglio era tempo di feste. Lo sarebbe ancora, se quest’anno non ci fossero esigenze di “distanziamento”. Ciò che più differisce, però, è il modo di divertirsi. Scopriamo così che a Miradolo di San Secondo c’era grande eccitazione per l’arrivo della Musica di Vinovo, addirittura di «fama mondiale», che la miglior coppia di ballerini sarebbe stata premiata con una coppa di argento e che la serata si sarebbe conclusa con i fuochi artificiali.
A Bibiana, oltre a ballare e ad ammirare lo spettacolo pirotecnico, per la patronale sarebbero stati fatti alzare in volo i palloni aerostatici.
Alla Biancheria di Pinerolo, infine, era promossa l'”illuminazione alla Tripolina”: un luogo illuminato di sera era, insomma, un’attrazione. E l’entusiasmo per la recente conquista di Tripoli e della Libia faceva abbinare al nome della nuova colonia tutto ciò che era bello, nuovo, esotico.
A proposito di Tripoli, il tenente generale Clemente Lequio (quello onorato, oggi, da una via e da un largo) era prossimo al ritorno a Pinerolo. I veterani delle guerre ottocentesche d’indipendenza lo volevano presidente onorario: Lequio era l’uomo del momento, tanto che i giornali ne magnificavano le doti.
Pinerolo, d’altro canto, era una città militaresca: formava alla Scuola di Cavalleria i migliori cavalieri d’Europa. E i russi, vincitori di un’importante manifestazione ippica a Londra, attribuivano alla Scuola pinerolese il merito del loro successo.
