Il ricordo di Anita e di altre 63 vite

Si chiamava Anita Gamba ed era una ragazza di 23 anni, piena di vita e di progetti. Era originaria di Angrogna, ma si era costruita una sua dimensione a Torino, dove risiedeva, e a Orbassano, dove insegnava in una scuola materna. Al suo paese tornava spesso e successe anche il giorno prima della tragedia, per portare il suo ragazzo a vedere il Coulege dei Barba, a Pradeltorno, e poi a pattinare al Filatoio di Torre Pellice. Domenica 13 febbraio 1983, Anita si recò, con il fidanzato e un amico, al Cinema Statuto di Torino. Proiettavano un film con Gérard Depardieu.
Era un tardo pomeriggio cupo e nevoso. In quella sala, a causa delle scarse misure di sicurezza dell’epoca e di una serie di circostanze drammatiche, morirono 64 persone: un incendio trasformò il locale in una camera a gas, non lasciando scampo a gran parte degli spettatori. Quarant’anni dopo, ricordare Anita, le sue passioni, il suo dinamismo, il suo coraggio, ci è sembrato doveroso.
Sul nostro numero 26, in edicola e in libreria, raccontiamo anche il dramma di quella domenica. Se mai ci può essere consolazione, in una simile tragedia, va cercata nel fatto che, da allora, le norme di costruzione e di gestione di uno spazio pubblico al chiuso sono cambiate radicalmente. E molte altre vite, probabilmente, sono state salvate.