«Smantellano la ferrovia quando nessuno si può opporre»
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- 24 aprile: Lavori di smantellamento, protestano Legambiente e Treno Vivo
- 24 aprile: L’assessore regionale Gabusi: «Intervento di protezione»
- 24 aprile: Chiaretta (Treno Vivo): «Le foto dimostrano il contrario»
- 25 aprile: Il presidente dell’Unione Canale: «Proposto progetto alternativo»
- 25 aprile: Legambiente: «I sindaci non hanno dimostrato grande interesse»
- 25 aprile: Treno Vivo: «Il treno garantirebbe il distanziamento per la Fase 2»
- 26 aprile: L’assessora Allisio: «No a decisioni senza confronto democratico»
- 27 aprile: Legambiente si muove a livello regionale: «Rfi fermi i lavori»
- 27 aprile: Petizione per la ciclabile: oltre mille adesioni
- 29 aprile: Associazione Ferroviaria Piemontese: «Busvia? Costi di realizzazione e gestione maggiori del treno»
- 29 aprile: Una petizione su Change.org anche per il ripristino della ferrovia
- 1° maggio: Legambiente: «Vogliamo i numeri, vogliamo le strategie»
- 1° maggio: Canale scrive a Gabusi: «Non è solo manutenzione»
- 5 maggio: Lavori in corso, Legambiente continua la mobilitazione
- 8 maggio: Pinerolo in Azione: «Serve un confronto vero, basato su parametri oggettivi»
- 8 maggio: I sindaci: «Grazie, ma l’argomento lo trattiamo in un tavolo tecnico-politico»
- 9 maggio: Incontro sul web: «Il treno è ancora la soluzione migliore»
- 11 maggio: Le associazioni scrivono ai sindaci: «Confronto sì, ma con tutte»
- 14 maggio: Salta ancora il confronto tra Comuni e Associazioni
Articolo del 24 aprile, ore 14,21
Lavori di smantellamento, protestano Legambiente e Treno Vivo
Sono in corso, nonostante le restrizioni per la pandemia, delle operazioni sulla linea Torre Pellice-Pinerolo, all’altezza di Bricherasio.
Treno Vivo e il Circolo Valpellice di Legambiente stanno prendendo una dura posizione: «Smantellano la linea elettrica della ferrovia in Val Pellice proprio quando nessun cittadino può intromettersi – scrive Legambiente -. Non una parola, non una riunione, non un intervento dei Sindaci di valle. Le Amministrazioni rinunciano all’infrastruttura perché il servizio, oggi, sarebbe oneroso. Ma stanno rinunciando al futuro. Seguono il dito dei costi di gestione e non vedono la luna né del valore dell’infrastruttura, né del peso ambientale del trasporto su gomma. Ripetono che gli utenti sono diminuiti ma non hanno mai pensato una politica di trasporto locale. Rinunciano al solo mezzo pubblico in grado di garantire il distanziamento fisico prima e un flusso turistico poi. Parlano di transizione energetica e si fanno cancellare l’unica opzione già esistente di trasporto sostenibile. Non è fallito il treno, è fallito il governo del territorio».
Il ripristino del segmento Torre Pellice-Pinerolo era stato stabilito dalla precedente amministrazione regionale, ma quella insediatasi pochi mesi fa – guidata da Alberto Cirio – ha espresso in più di un’occasione la sua intenzione di non procedere agli investimenti per il ripristino. Ora, in tempi oggettivamente un po’ sospetti, l’inizio dello smantellamento. Va detto altresì che i sindaci hanno già appoggiato, più o meno esplicitamente, un’ipotesi di sostituzione della linea con un percorso riservato a bus “ecologici”, con pista ciclabile parallela (per quanto non esista ancora alcuno studio di fattibilità, vista anche la ristrettezza del sedime ferroviario).
La ferrovia Pinerolo-Torre Pellice, sospesa dal 2012, fu inaugurata – tra un tripudio di folla – il 20 dicembre 1882. «Mi sento più che mai orgoglioso di rappresentare oggi il paese in una circostanza in cui maggiormente sente palpitare in sé una vita nuova, e vede aprirsi innanzi a sé un avvenire splendido di civiltà, di progresso, di benessere – disse nell’occasione in sindaco di Torre Pellice Pietro Robert -. Questo piccolo comune (…), ispirato ognora all’idea del progresso, della libertà e della civiltà, camminò sempre di pari passo col progresso ognor crescente e ne fanno splendida prova l’istituzione in pochi anni di una banca, di una tipografia, del telegrafo, del gaz-luce. Ma una cosa ancora mancava, la prima e la più importante di tutte, voglio alludere alla ferrovia, siccome quella che avrebbe promossa maggiormente l’industria, il commercio e l’agricoltura».
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Aggiornamento del 24 aprile, ore 18,18
L’assessore regionale Gabusi: «Intervento di protezione»
L’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi risponde al Comitato Treno Vivo: «Vorrei rassicuravi sul fatto che i lavori che segnalate rappresentano una misura di protezione della linea stessa. RFI sta infatti procedendo allo smantellamento del filo di contatto in rame solo nel tratto non alimentato da corrente, cioè metà della tratta, per la quale l’intervento si era reso necessario e urgente a causa dei continui furti cui è soggetta. Tutte le operazioni si stanno svolgendo in ottemperanza alle vigenti norme straordinarie emesse dal governo per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid 19 negli ambienti di lavoro.
Come vedete si tratta di un intervento di protezione, mentre ogni altra decisione sarà presa informando il territorio e non certamente di soppiatto.
Segnalo inoltre che lo smantellamento dei cavi di rame andrebbe comunque fatto in vista di un eventuale ripristino della ferrovia chiusa, in quanto si tratta di materiale da sostituire periodicamente per assicurare il corretto funzionamento del sistema.
L’intervento non ha perciò nulla a che vedere con l’epidemia in corso, per la quale stiamo lavorando ad un piano di rimodulazione dei trasporti generale in vista della fine del lockdown».
Lo stesso Gabusi aveva nei mesi scorsi affermato che l’attuale Amministrazione regionale non intende investire nel ripristino della linea Torre Pellice-Pinerolo.
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Aggiornamento del 24 aprile, ore 18,51
Chiaretta (Treno Vivo): «Le foto dimostrano il contrario»
La risposta dell’assessore Gabusi non tranquillizza il Comitato Treno Vivo. Al contrario. «Le immagini in nostro possesso dimostrano che l’operazione di smontaggio non riguarda solamente i cavi in rame, ma dell’intera catenaria, compresi i supporti – spiega a L’Ora del Pellice Furio Chiaretta -. A quanto ci risulta, gli stessi addetti alla rimozione si sono detti stupiti perché un intervento così radicale si effettua solo su linee dismesse. Evidentemente l’assessore Gabusi ha ricevuto delle informazioni errate da Rete ferroviaria italiana. Stiamo inoltrandogli le immagini a supporto della nostra tesi».
In sostanza, secondo l’esponente di Treno Vivo, l’operazione consiste non nella protezione del materiale dai furti ma nello smantellamento dell’intero sistema di elettrificazione. «Se si voleva preservare i cavi dai furti, il modo migliore sarebbe stato mantenerli sotto tensione, com’è avvenuto per anni. Certo, questo aveva un costo: ma sicuramente inferiore a quello di un eventuale ripristino del materiale in corso di rimozione».
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Aggiornamento del 25 aprile, ore 8,53
Il presidente dell’Unione Canale: «Proposto progetto alternativo»
Il sindaco di Luserna San Giovanni e presidente dell’Unione montana del Pinerolese Duilio Canale ha risposto a Legambiente Val Pellice, difendendo l’operato dei sindaci (e confermando le chiare intenzioni della Regione riguardo la ferrovia Torre Pellice-Pinerolo).
«Sentirsi dare dei falliti non è il massimo, specialmente in un momento di massima pressione per noi poveri sindaci, tuttavia vorrei precisare che:
1) I sindaci dopo anni di promesse di incontri, poi sempre puntualmente disattesi, sono riusciti a farsi ricevere dall’assessorato alla Mobilità della Regione Piemonte.
2) In quella sede ci è stato detto in modo molto esplicito di toglierci dalla testa il ripristino della linea ferroviaria.
3) In seguito al nettissimo diniego, in quella sede abbiamo proposto uno studio alternativo da sviluppare attraverso l’Unione montana e il Politecnico di Torino, con l’aiuto del Cpe di Acea.
4) Tale studio dovrebbe prevedere in primis l’uso dell’asse ferroviario, con un mezzo ecologico, economico e funzionale, accoppiato ad una ciclabile.
5) Il tragitto della linea ferroviaria è molto più breve della nostra intasatissima provinciale.
6) Ogni associazione potrà apportare soluzioni e problematiche allo studio.
7) A fronte di tale proposta la Regione (l’assessore Gabusi, i componenti della Giunta regionale presenti ed i membri della minoranza presenti) si è espressa favorevolmente, con l’impegno a sostenere, anche nei confronti di Rfi proprietaria del sedime, tale proposta. La stessa poteva essere definita un progetto-pilota in quanto, per altro, avrebbe evitato le ben note problematiche relative all attraversamento della città di Pinerolo.
8) Sentite le voci di smantellamento, vi comunico che nessuno dei sindaci è stato avvertito, così come mi risulta non sia stata avvertita nemmeno la Regione.
9) Ho immediatamente chiamato la consigliera Monica Canalis, la quale si è messa in contatto con l assessore Gabusi, il quale ha dichiarato che non era stato avvertito e che, sentita Rfi, le opere che stanno eseguendo sono necessarie in quanto materiale parzializzato da continui furti e comunque da ripristinare in caso di riattivazione.
Poi sul fatto di procedere proprio in questo momento ad opere di smantellamento da parte di Rfi stendo un velo pietoso».
Canale conclude dando la propria disponibilità a un confronto.
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Aggiornamento del 25 aprile, ore 12,19
Legambiente: «I sindaci non hanno dimostrato grande interesse»
Il Circolo Legambiente Val Pellice risponde al sindaco di Luserna San Giovanni (e presidente dell’Unione montana del Pinerolese) Duilio Canale.
«Il fallimento non è ovviamente delle singole persone ma delle amministrazioni locali, attuali e non solo, che non hanno mai avuto una seria politica di valle sul trasporto locale e ancora meno sulla sostenibilità ambientale. Stiamo perdendo un’importante infrastruttura senza che sia stato organizzato il benché minimo momento di confronto con la cittadinanza e senza che si abbia contezza dei reali flussi e esigenze della mobilità di valle. Non si può certo parlare di successo.
Inoltre, se sino ad oggi per la ferrovia ci sono stati un minimo di dibattito e azioni in Regione, bisogna ringraziare il Comitato Trenovivo: le amministrazioni, salvo poche eccezioni, non hanno mai dimostrato di nutrire particolare interesse per l’argomento, ce lo dimostra il fatto stesso che ad oggi i sindaci non hanno ancora chiesto l’immediata sospensione dei lavori di smantellamento della linea elettrica ferroviaria.
Studi per mezzi “alternativi” sulla Pinerolo-Torre Pellice sono assolutamente inutili se alla base non abbiamo una seria indagine sulla mobilità del territorio e se non sono impostati in un’ottica di sostenibilità nella società futura, decarbonizzata ed efficiente. Un approccio meramente economico sui costi di gestione attuali corre il rischio di non fare i conti col futuro: la domanda di mobilità collettiva deve aumentare non contrarsi. Peraltro ipotetici interventi di sistemazione, allargamento e asfaltatura del sedime, adeguamento degli attraversamenti e acquisto di nuovi mezzi sono tutti nuovi costi di investimento, ingenti, che sembrano difficili da ipotizzare in una società che fatica a coprire anche solo i costi di gestione.
Non siamo certo contrari alle piste ciclabili, le attendiamo da anni, ma l’uso della bicicletta non può essere un’alternativa al trasporto su ferro, bensì un’integrazione.
Saremo sempre disponibili ad un confronto costruttivo, come lo siamo stati sin dagli anni ’80, con reciproco rispetto. Però occorre ricordare che le amministrazioni si giudicano dai risultati senza che questo giudizio si estenda all’umanità degli individui che ricoprono le cariche amministrative; questa è, semplicemente, la base della democrazia».
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Aggiornamento del 25 aprile, ore 18,29
Treno Vivo: «Il treno garantirebbe il distanziamento per la Fase 2»
Il Comitato Treno Vivo risponde – con toni cordiali ma fermi – all’assessore regionale Marco Gabusi. Lo fa producendo alcune foto (tra cui quelle che abbiamo già pubblicato) per provare che non si sta procedendo «solo allo smantellamento del filo di contatto in rame, ma di tutta la catenaria, compresi i supporti orizzontali e diagonali. Di fatto restano solo i nudi pali verticali (…). Quindi non si tratta di un’attività di ordinaria manutenzione ma di un intervento straordinario che avviene dopo che la Regione ha segnalato di non richiedere (come previsto dal bando vinto da Trenitalia) il ripristino della linea. Altrimenti non si capirebbe perché l’intervento viene fatto oggi, quando la linea è sospesa dal giugno 2012».
«Dobbiamo dire – aggiunge il Comitato – che non è la prima volta che Rfi cerca di farci credere che determinati interventi siano necessari, mentre si tratta di scelte della propria dirigenza o della committenza. Vorremmo evitare di essere presi in giro da Rfi e che una linea sospesa, com’è negli atti della Regione Piemonte, venisse mantenuta in modo da poter essere facilmente riattivata, mentre nel nostro caso Rfi prima toglie le sbarre dei passaggi a livello e una parte dei binari a Bricherasio, mentre ora effettua lo smantellamento della linea aerea, rendendo più costosa l’eventuale riattivazione».
C’è un ultimo passaggio su cui Treno Vivo pone con forza l’attenzione: la sua proposta «di riattivazione del servizio ferroviario come risposta rapida ed efficace alle necessità di distanziamento imposte dalla fase 2 dell’emergenza corona-virus: una riattivazione che se venisse attuata in tempi brevi sulla nostra e altre linee sospese del Piemonte, darebbe alla nostra Regione e alla sua Amministrazione un ruolo di eccellenza nell’affrontare il problema della mobilità, che è il più complesso della fase 2». Treno Vivo chiede a Gabusi una risposta al riguardo.
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Aggiornamento del 26 aprile, ore 9,43
L’assessora Allisio: «No a decisioni senza confronto democratico»
Sulla vicenda della ferrovia Torre Pellice-Pinerolo interviene anche l’assessora alla Mobilità del Comune di Torre Pellice, anche «come cittadina attiva che si è occupata di mobilità molto prima di ricoprire questo ruolo». Un appello accorato che parte da una premessa: «Voglio tranquillizzare quelli [che dicono] ”meglio una ciclabile”, “il treno era vuoto”. La mia non è una strenua difesa del treno vorrei semplicemente offrire alcuni spunti di riflessione non emersi in questi giorni.
Ho letto che gli amministratori di valle hanno concordato con la regione la dismissione della linea.
– Se siamo ancora in una democrazia mi sento di dire che NON può essere così perché non vi è alcun atto deliberativo né dell’Unione dei comuni né dei singoli Comuni in merito. Nessun Consiglio comunale ha discusso questo tema.
– Non possiamo confondere l’avvio di alcune riflessioni sul tema tra amministratori, compreso il Sindaco di Pinerolo, come una decisione assunta.
– Non bisogna confondere due riunioni avvenute con l’assessore regionale Gabusi, riunioni interlocutori propedeutiche a incontri volti previa discussione col territorio alla formalizzazione di quanto discusso, come un’autorizzazione del territorio alla dismissione.
Il decidere di smantellare un bene pubblico dopo due incontri informali con alcuni rappresentanti del territorio senza alcun mandato deliberativo, permettetemi, è una forzatura drammatica.
In ultimo va evidenziato che in un momento che i Dpcm impediscono per esempio di far lavorare le imprese che hanno vinto appalti per asfaltare le strade (sarebbe il momento ottimale per farlo, ma tutti a casa!). Rfi si permette di svolgere lavori che NON sono previsti, a lei sono autorizzati solo lavori di manutenzione ordinaria. Chissà cosa ne pensa la magistratura di questi lavori?
Il dovere di un amministratore è avere una visione strategia e lungimirante di gestione del proprio territorio, bisogna sapersi immaginare scenari ambientali e di sviluppo economico e sociale del territorio che vadano oltre l’oggi.
Proprio alla luce di questo come amministratori locali stavamo lavorando all’ipotesi di uno studio di fattibilità affidato ad esperti per valutare quale forma di trasporto fosse più attuale ed utile per il futuro della nostra valle.
Credo siamo tutti concordi nell’affermare che se viene smantellata ora la linea ci tolgo un’opportunità.
La linea si smantella solo se si ha un’alternativa già concordata e con i soldi stanziati per realizzarla.
Credo nessuno di noi sarebbe disposto a dare un vecchio gioiello di famiglia che non piace più a qualcuno che semplicemente ti promette che un giorno ti darà dei soldi in cambio, ma non ti dice quanti soldi e quali soldi!
Allora io chiedo a tutti anche a quelli [del] ”treno vuoto” di difendere il nostro vecchio gioiello prezioso e cederlo solo se potremo avere un gioiello più moderno e consono all’attuale bisogno del territorio.
Ricordiamoci che più mobilità green perdiamo, più saremo isolati e periferia del mondo».
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Aggiornamento del 27 aprile, ore 8,35
Legambiente si muove a livello regionale: «Rfi fermi i lavori»
Presa di posizione di Legambiente, a livello regionale, contro quella che definisce «un’operazione radicale, senza ritorno, finalizzata sostanzialmente alla dismissione della linea».
«Legambiente chiede che la Regione blocchi immediatamente lo smantellamento operato da RFI. I Sindaci agiscano direttamente per fermare i lavori, dal momento che non può essere sostenuto che si tratti di un intervento di manutenzione urgente che deroga alle limitazioni COVID-19. Il dibattito consiliare previsto in Regione per martedì 28 corre il rischio di avvenire a operazione pressoché compiuta. Inoltre si chiede che le Amministrazioni locali creino un tavolo di lavoro, stabile e partecipativo, sulla mobilità di valle con l’obiettivo non di discutere dell’una o dell’altra soluzione tecnologica di trasporto, ma di analizzare i flussi di spostamento locali, mettere a fuoco esigenze e potenzialità, evidenziare gli spostamenti più significativi e tracciare linee di azione a livello territoriale. Solo coordinandosi il territorio potrà essere in grado di avanzare richieste robuste alla Regione, avere contezza delle necessità e, in sostanza, poter attuare una vera politica della mobilità locale.
“Le amministrazioni locali, in questi anni, non hanno saputo ragionare su una proposta congiunta per la mobilità di valle – dichiara Fabrizio Cogno, presidente del Circolo Legambiente Valle Pellice – e su azioni territoriali per favorire la domanda di mobilità collettiva. È mancato un solido coordinamento volto allo studio dei flussi di mobilità del territorio e sulle esigenze da intercettare per promuovere il trasporto pubblico. In sostanza si è accettato l’incremento del trasporto privato senza neppur conoscere realmente l’entità degli spostamenti. L’Amministrazione regionale pare non cogliere del tutto le opportunità che ferrovie locali efficienti garantirebbero in termini sia di transizione energetica, sia di qualità dell’aria, peraltro in una delle aree più inquinate d’Europa. L’approccio ragionieristico sui costi di gestione funziona solamente se si finge di non conoscere i costi economici (per i singoli cittadini), ambientali, sociali e sanitari legati all’incremento del trasporto privato.”
“Si blocchi il lavoro di smantellamento della linea elettrica aerea – dichiara il Circolo Legambiente Pinerolo in un comunicato del suo direttivo – Si crei un tavolo di lavoro a cui partecipino le Amministrazioni Comunali interessate alla linea ferroviaria, con la presenza dei Comitati locali e delle Associazioni che sulla questione sono impegnate da anni. Un tavolo che dovrà avere il compito di studiare, definire e comunicare i dati relativi alla mobilità su questo territorio e di fare proposte attuabili e sostenibili, finalizzate a ridurre l’inquinamento atmosferico e a dare soluzioni adeguate alle esigenze di mobilità della popolazione”.
“Smantellare una linea di trasporto pubblico esistente è un’azione improvvida – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Farlo in tempo di lockdown, senza comunicazioni preventive non è un esercizio di stile. Stanno cancellando la possibilità di riattivare (come Legambiente chiede da tempo) un servizio essenziale per studenti e lavoratori, economico e a basso impatto ambientale, ad oggi sostituito da una linea bus, impattante sia dal punto di vista ambientale che da quello della qualità di vita. La giustificazione degli alti costi di esercizio è figlia di una mancata pianificazione, di un servizio che nel corso degli anni è stato reso sempre meno efficiente da scelte industriali e non supportato da scelte politiche. Si fermino finché sono in tempo e dialoghino con il territorio”».
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Aggiornamento del 27 aprile, ore 8,47
Petizione per la ciclabile: oltre mille adesioni
Una petizione per la riconversione della linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo in «pista ciclabile con annesso servizio di trasporto pubblico con navette elettriche, ecologiche, economiche e funzionali», lanciata tre giorni fa da un torrese, supera stamane le mille firme.
https://www.change.org/p/regione-piemonte-realizzazione-ciclabile-torre-pellice-pinerolo
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Aggiornamento del 29 aprile, ore 11,03
Associazione Ferroviaria Piemontese: «Busvia? Costi di realizzazione e gestione maggiori del treno»
Sulla questione treno della Val Pellice (mentre procedono i lavori di smantellamento, ormai giunti quasi a Torre Pellice) interviene anche l’associazione Ferrovie Piemontesi
«Lo scorso anno Trenitalia si è aggiudicata la gestione del Servizio Ferroviario Metropolitano sino al 2034. Nel Pinerolese, in particolare, l’operatore ferroviario ha proposto la velocizzazione di 7 coppie di treni Pinerolo-Chivasso che da Pinerolo a Lingotto effettuerebbero la sola fermata di None. Inoltre, l’azienda ha proposto l’effettuazione di 12 coppie di treni che collegherebbero Torre Pellice a Pinerolo in 22 minuti. Gli utenti diretti a Torino troverebbero dopo 8 minuti coincidenza a Pinerolo coi treni veloci, coprendo l’intero percorso Torre Pellice-Porta Susa in un’ora esatta, a fronte dei tempi attuali che oscillano dall’ora e mezza (bus Torre-Pinerolo e treno Pinerolo-Torino) all’ora e 40 minuti (attuale coppia di autobus diretti).
Spiace constatare che in Piemonte non sia nemmeno possibile riaprire ferrovie già inserite in un piano di esercizio con cui un vettore ha vinto un confronto competitivo (tenendo presente che il ritiro del concorrente non modifica l’offerta del vincitore). La gestione non avrebbe oneri a carico dei comuni interessati e contribuirebbe alla riduzione del traffico stradale in Val Pellice e nel centro di Pinerolo. A tal proposito si fa presente che i passaggi a livello nel centro di Pinerolo risulterebbero chiusi mediamente una volta all’ora, con tempi alquanto ridotti anche alla luce delle nuove tecnologie impiegate dal gestore della ferrovia (e sicuramente minori delle attuali attese ai semafori stradali di corso Torino).
Riguardo allo smantellamento della linea di alimentazione della tratta Bricherasio-Torre Pellice è chiaro che, in presenza di amministratori locali apparentemente poco interessati alla riapertura della tratta, RFI ha certezza che la linea non riaprirà a breve e giustamente tutela il patrimonio recuperando dove serve il materiale che altrimenti diverrebbe preda di furto e vandalismo. Lascia infine perplessi la fantasiosa proposta di trasformazione di una ferrovia elettrificata e perfettamente efficiente – al di là della necessaria manutenzione dopo otto anni di chiusura – in busvia, con elevati costi di realizzazione e di gestione addirittura superiori rispetto a quelli del servizio proposto da Trenitalia, che richiede un solo treno di tipo Jazz che potrebbe addirittura proseguire senza cambio sino a Torino, con un ulteriore accorciamento dei tempi di percorrenza».
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Aggiornamento del 29 aprile, ore 15,14
Una petizione su Change.org anche per il ripristino della ferrovia
Lanciata da un cittadino, sulla piattaforma Change.org, una petizione per il ripristino della ferrovia Pinerolo-Torre Pellice.
https://www.change.org/p/google-inc-riaprire-una-ferrovia-elettrificata-deve-essere-una-certezza-ai-giorni-nostri
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Aggiornamento del 1º maggio, ore 10,09
Legambiente: «Vogliamo i numeri, vogliamo le strategie»
Nuovo comunicato di Legambiente Val Pellice con la richiesta di «studi e proiezioni» a lungo termine sulla mobilità del territorio, anche in vista dell’obiettivo zero emissioni di CO2 da raggiungere entro il 2050.

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Aggiornamento del 1º maggio, ore 10,23
Canale scrive a Gabusi: «Non è solo manutenzione»
Anche il presidente dell’Unione montana del Pinerolese prende atto che i lavori in corso sulla linea non sono solo di «manutenzione», ma di «smantellamento», a differenza di quanto assicurato dall’assessore regionale Gabusi pochi giorni fa (su indicazione di Rete Ferroviaria Italiana). Questa è la lettera inviata ieri da Canale a Gabusi.
«Egregio Assessore, Le scrivo in merito alle opere intraprese in questi giorni sulla linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice da parte di R.F.I.. Le scrivo conoscendo la risposta che ufficialmente Le è stata data da R.F.I. in merito a tali lavori di manutenzione. Da verifiche sul territorio non Le nascondo che tali opere di fatto non rappresentano una manutenzione, ma uno smantellamento della linea. Tale situazione ha creato un forte allarmismo, sia nella popolazione che nelle associazioni locali. Ribadisco l’inopportunità di eseguire tali opere in un momento così delicato dovuto all’emergenza COVID-19.
In qualità di Presidente dell’Unione Montana del Pinerolese e a fronte anche di un percorso condiviso in merito a una proposta di riprogettazione della mobilità in Val Pellice, sono a richiederLe un intervento circa la sospensione di tali opere.
Confidando in un Suo interessamento, con l’occasione Le porgo distinti saluti».
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Aggiornamento del 5 maggio, ore 10,49
Lavori in corso, Legambiente continua la mobilitazione
Mentre i lavori di smantellamento procedono, nonostante la richiesta di sospensione avanzata dal presidente dell’Unione montana Duilio Canale all’assessore regionale Marco Gabusi (ieri gli incaricati erano alla stazione di Luserna San Giovanni, stamane sono arrivati in zona Pralafera), Legambiente continua la sua campagna di sensibilizzazione sull’importanza del trasporto ferroviario in Val Pellice.
Oltre a flash mob che prevedono l’esposizione di uno striscione nei punti che stanno per essere raggiunti dal cantiere, simbolo di una pacifica opposizione, gli esponenti del Circolo Val Pellice mettono in evidenza: «La riattivazione del servizio era prevista a dicembre 2019. Gli allegati della proposta di Trenitalia per l’affidamento del servizio ferroviario sono espliciti». Erano state stabilite 12 coppie di corse al giorno. «Il treno dovrebbe già esserci, previsto (…) e finanziato. Invece smantellano la linea».
Secondo Legambiente è un errore, tanto più all’inizio della fase 2 per il Covid-19: «I mezzi pubblici dovranno permettere il distanziamento fisico. Un bus garantirà solo 15 posti. Un treno oltre 80. L’alternativa l’abbiamo già, purché non ci venga tolto ciò che era previsto».
Legambiente Val Pellice organizza sul suo canale YouTube, per venerdì 8 maggio alle 21, un incontro pubblico per discutere di servizio, opzioni e prospettive della mobilità in valle. Partecipano sindaci, associazioni, giornalisti. Tutti potranno assistere in diretta su YouTube.


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Aggiornamento dell’8 maggio, ore 10,59
Pinerolo in Azione: «Serve un confronto vero, basato su parametri oggettivi»
Sulla questione treno interviene Pinerolo in Azione, che fa riferimento al partito fondato da Carlo Calenda.

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Aggiornamento dell’8 maggio, ore 13,39
I sindaci: «Grazie, ma l’argomento lo trattiamo in un tavolo tecnico-politico»
Presa di posizione unitaria dei sindaci dell’Unione montana del Pinerolese e del sindaco di Pinerolo. Poche ore prima del confronto sulla questione treno della Val Pellice, organizzato da Legambiente per le 21 di stasera (è possibile per chiunque assistervi via internet), ringraziano ma annunciano che non parteciperanno, rimandando a un tavolo tecnico-politico convocato il 13 maggio.
«Ringraziamo per l’invito al confronto organizzato questa sera, ma confermiamo la nostra volontà a confrontarci con i rappresentanti di tutte le Associazioni presenti attorno ad un tavolo tecnico-politico programmato per mercoledì 13 maggio.
Essendo la materia trasporti di Valle complessa e da troppi anni irrisolta deve essere discussa ed affrontata con le dovute attenzioni, i dovuti tempi e le prassi istituzionali che permettano di giungere ad un risultato positivo.
La sensibilità sulla materia dei trasporti di Valle all’interno dell’Unione Montana del Pinerolese e del Comune di Pinerolo è così elevata da aver creato una sostanziale ed univoca unità di intenti a livello di area vasta.
Il confronto in Unione è costante e condiviso tant’è che insieme abbiamo interessato il Consorzio Pinerolese Energia coinvolgendo al suo interno le Aziende consorziate e le parti sociali, affinché con l’ausilio del Politecnico si possa produrre un progetto di massima sulla mobilità da sottoporre ai Consigli Comunali ed all’associazionismo.
Siamo decisi ad affrontare la questione per raggiungere una soluzione concreta sull’utilizzo della Linea Pinerolo Torre Pellice. Solo al termine di questo percorso, sul quale ci impegniamo ad avere un risultato in tempi congrui, potremmo sottoporre alla collettività le soluzioni condivise».
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Aggiornamento del 9 maggio, ore 9,45
Incontro sul web: «Il treno è ancora la soluzione migliore»
Alla partecipatissima discussione via web di ieri sera, organizzata da Legambiente Val Pellice con la presenza di numerose associazioni, tecnici, giornalisti e rappresentanti istituzionali (tra cui l’assessora alla Mobilità di Torino Maria Lapietra la sindaca di Barge Piera Comba), è emerso con chiarezza che il ripristino della linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice era previsto lo scorso dicembre, come indicato nel contratto per il trasporto nell’area metropolitana sottoscritto con il gestore Trenitalia (per quanto la sua applicazione, nel suo complesso, sia stata rimandata di un anno). La sua mancata riattivazione non è dovuta a un problema economico, in quanto la sottoscrizione della convenzione imponeva la relativa copertura.
La volontà è dunque politica, da parte della nuova amministrazione regionale in primis. Tuttavia, l’assenza all’incontro dei sindaci dell’Unione montana del Pinerolese e della stessa Pinerolo, motivata con la lettera che abbiamo riportato ieri, lascia presagire un accordo indirizzato verso soluzioni alternative.
Gli intervenuti alla discussione hanno ribadito la necessità, prima di prendere qualsiasi decisione, di procedere a studi accurati che mettano in confronto le diverse possibilità (e non soltanto la fattibilità della soluzione bus a idrogeno più ciclabile). Legambiente e le altre associazioni intervenute sono convinte che il treno resti la più efficiente, la più economica e la più ecologica opzione, che garantirebbe la possibilità di collegare – sin da subito – Torre Pellice con Torino in un’ora (e, in prospettiva, con Caselle in un’ora e mezza). Il treno, inoltre, sarebbe il mezzo pubblico più sicuro in epoca di Covid-19, in quanto offre maggiori possibilità di distanziamento.
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Aggiornamento dell’11 maggio, ore 8,57
Le associazioni scrivono ai sindaci: «Confronto sì, ma con tutte»
Le associazioni protagoniste dell’incontro sul treno dell’8 maggio scrivono ai Sindaci accettando di partecipare al tavolo tecnico-politico del 13, ma chiedono di essere coinvolte tutte. A firmare la lettera seguente sono: Circolo Legambiente Val Pellice, Comitato Trenovivo Val Pellice, Associazione Ferrovie Piemonte, Salvaiciclisti Pinerolese, Trattoxtratto, Associazione “Rita Atria” – Pinerolo, Osservatorio 0121 – Salviamo il paesaggio, Fridays For Future Val Pellice, Fridays For Future Pinerolo, Circolo Legambiente Pinerolo, Circolo Legambiente Barge, Circolo Legambiente GreenTO, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta.
«Egr. signori Sindaci,
visto l’interesse che suscita il futuro della ferrovia Pinerolo-Torre Pellice, saremmo stati felici di poterci confrontare con voi in occasione dell’evento pubblico dell’8 maggio che, nonostante la Vs assenza, ha avuto più di mille visualizzazioni e un picco di 387 persone che hanno seguito in contemporanea la diretta su YouTube.
Ci rallegriamo del fatto che finalmente vi sia una sensibilità sulla materia dei trasporti di Valle, anche se nutriamo alcuni dubbi sul fatto che vi sia una “sostanziale e univoca unità d’intenti a livello d’area vasta”. Per lo meno, per quanto riguarda l’Amministrazione del Comune di Torre Pellice, ci risultano sensibilità molto differenti all’interno della stessa maggioranza e, visto che si parla di area vasta, durante l’incontro di venerdì sera la Sindaca del Comune di Barge si è detta molto favorevole al ripristino del servizio ferroviario sulla linea Pinerolo-Torre Pellice anche per favorire gli spostamenti dei suoi concittadini.
Ribadiamo che prima di qualsivoglia studio di fattibilità su eventuali mezzi di trasporto alternativi, occorrerebbe avere alla base solide indagini sulla mobilità del territorio, al fine di non sprecare inutilmente le poche risorse a disposizione dei Comuni. In questo senso, sarebbe interessante avere chiarimenti in merito alla proposta di un innovativo servizio di trasporto pubblico per il quale avete interessato il Consorzio Pinerolese Energia che, ricordiamo, resta un soggetto privato seppur a guida ACEA e partecipato da diverse aziende del territorio, fra le quali le “lusernesi” Pontevecchio S.r.l., Freudenberg S.a.s., Caffarel S.p.A..
Nell’attesa di ricevere risposte concrete riguardo alla Vs visione del futuro della Valle, vista l’attuale esigenza di mobilità della popolazione locale, ricordiamo l’assoluta urgenza di procedere nei confronti della Regione affinché rispetti gli obblighi conseguenti l’aggiudicazione del servizio ferroviario piemontese a Trenitalia S.p.A., che prevedevano la riattivazione del servizio sulla tratta Pinerolo-Torre Pellice a dicembre 2019.
Considerato che riteniamo imprescindibile confrontarci con voi e nonostante preferiate un incontro a porte chiuse, rispetto all’incontro ampio, partecipato e democratico che vi abbiamo proposto, siamo comunque disponibili ad incontrarvi mercoledì 13 maggio alle ore 18.
Sentiti però i consulenti legali delle associazioni, Vi preghiamo di voler verificare con la Prefettura la possibilità di colloquio de visu e, in caso affermativo, acquisire e trasferire esplicita autorizzazione del Prefetto. Le norme attualmente in vigore per arginare la diffusione del Covid-19 non includono infatti le attività associative, salva la fattispecie dell’urgenza, tra quelle che permettono di derogare alle restrizioni su spostamenti e assembramenti.
Inoltre vi ricordiamo che le associazioni/gruppi che hanno collaborato all’incontro dello scorso venerdì 8 maggio sono oltre una dozzina e con competenze molto diversificate tra loro; per una corretta interlocuzione vi chiediamo di prevedere modalità di incontro che possano includere tutti i soggetti coinvolti e che quindi non pongano un limite massimo di persone invitate a sole 6, come da vostra lettera. Evidenziamo infine che le associazioni/gruppi coinvolti hanno basi operative ripartite tra Val Pellice, Pinerolo e Torino.
Pertanto, dato l’invito generalizzato e la possibilità di comunicare a distanza con strumenti informatici, riteniamo che non sia particolarmente saggio rischiare il contagio con un incontro fisico e vi chiediamo quindi di proporci una piattaforma web di Vs gradimento per poter parlare in sicurezza e senza escludere nessuno».
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Aggiornamento del 14 maggio, ore 14,45
Salta ancora il confronto tra Comuni e Associazioni
Ieri era la giornata stabilita per il tavolo tecnico-politico sul trasporto pubblico in Val Pellice, ma l’atteso confronto tra Comuni e Associazioni è saltato nuovamente. Di seguito il punto di vista delle associazioni (Legambiente, circoli Val Pellice, Pinerolo, Barge, GreenTo; Comitato TrenoVivo; Associazione ferrovie piemontesi; Progetto TrattoxTratto; Salvaiciclisti Pinerolo; Associazione Rita Atria Pinerolo; Osservatorio 0121-Salviamo il paesaggio; InValpellice; Friday for Future Val Pellice e Pinerolo).
«Le Associazioni che collaborano per il ripristino del treno Pinerolo-Torre Pellice e che hanno chiesto un confronto aperto con gli Enti Locali sono state lasciate senza dialogo.
Dopo aver organizzato per venerdì 8 maggio un confronto pubblico, on line, con le Amministrazioni, a cui i Sindaci dei Comuni della linea ferroviaria hanno però scelto di non partecipare, le Associazioni sono state invitate dall’Unione Montana del Pinerolese ad un incontro fisico, programmato per ieri 13 maggio alle ore 18. Nei giorni scorsi le Associazioni hanno provveduto a far presente, per via formale, che a causa delle restrizioni COVID-19 la propria partecipazione all’incontro sarebbe stata possibile esclusivamente previa comunicazione in Prefettura e acquisizione di autorizzazione prefettizia da parte dell’Ente territoriale.
Le Associazioni hanno proposto come modalità alternativa di incontro un web meeting, offrendosi anche di fornire l’eventuale piattaforma di videoconferenza; questa soluzione, oltre ad eliminare le necessità di autorizzazione della riunione, avrebbe anche consentito di ampliare il numero di partecipanti dai 6 imposti dalle attuali norme ad un quantitativo più rappresentativo della composizione e delle competenze del gruppo di Associazioni.
Le Associazioni hanno inutilmente atteso sino alle 18 del 13 maggio che l’Unione Montana del Pinerolese comunicasse, per via formale o informale, l’autorizzazione prefettizia alla riunione o, in alternativa, l’assenso o il link per il web meeting.
Le Associazioni constatano ora di essere state lasciate senza possibilità di dialogo e si augurano che questo possa essere a breve garantito dagli Enti Locali del territorio».
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Noi de L’Ora del Pellice abbiamo dedicato una lunga inchiesta sulla storia (e le prospettive) delle nostre ferrovie sul numero 5. Per richiedere questo e altri arretrati: hari@loradelpellice.it, 333 8426349
Nella foto di Andrea Rignanese, la stazione di Pinerolo.
Fin da lunedì 11 marzo, avevo inviato il seguente scritto agli ilustrissimi Signori Sindaci da Pinerolo a Torre Pellice comprese:
Apprendo da un articolo comparso lo scorso venerdì 6 marzo 2020 sull’Eco del Chisone che la Spettabile Amministrazione Regionale non è per nulla interessata a contribuire con fondi propri a finanziare il ripristino della circolazione regolare sulla tratta ferroviaria compresa tra Pinerolo e Torre Pellice, ma, al contrario, si sta favoleggiando con proposte quanto mai balzane relative ad una pista per circolazione di autobus elettrici su sede propria, impiegando il sedime di una ferrovia di cui qualcuno auspica lo smantellamento. Questo non fa altro che accentuare una manifesta avversione nei confronti del mezzo più sicuro ed ecologico e che dovrebbe costituire il cardine dei trasporti terrestri da parte di molti Pubblici Amministratori, i quali sembrerebbero essere, al pari di molti altri Cittadini, asserviti al mondo della gomma, troppo spesso adoperata come serbatoio elettorale da una parte ed impropriamente come unico mezzo, specie privato, per puro egoismo dall’altra. Va da sé che quanto faticosamente costruito dalle generazioni passate, sull’onda di quanto iniziato da una personalità lungimirante come Sua Eccellenza il Signor Camillo Benso, Conte di Cavour, non debba essere assolutamente disperso, ma, anzi, dovrebbe essere adeguatamente conservato e migliorato, al fine di dotare il territorio di una rete di trasporti sicura, ecologica, affidabile e sostenibile e questo si può fare solo assegnando il posto d’onore alla ferrovia: un sistema antico per data d’invenzione, ma che ha saputo evolversi ed affrontare le sfide dei tempi moderni, senza ricoprirsi di quella patina d’obsolescenza che qualcuno vorrebbe gettarle addosso.
È bensì vero che, per recarsi da Pinerolo a Bricherasio ed oltre, allo stato attuale delle cose sia necessaria una manovra d’inversione: un limite questo dovuto all’aver realizzato lo scalo Pinerolese, al pari di molti altri, come stazione di testa, in un’epoca in cui i tempi d’inversione erano trascurabili rispetto ai tempi complessivi dei viaggi, ma è altrettanto vero che vi sono diverse possibilità di ovviare a questo inconveniente, dallo spostamento della stazione principale della Città di Pinerolo in direzione di Torino, dove oggi è posta la stazione di Pinerolo Olimpica, lasciando l’attuale per quei soli treni che abbiano capolinea a Pinerolo, riservando l’interscambio per la Val Pellice alla nuova stazione, fino alla realizzazione di un passante sotterraneo, con scalo sufficientemente ampio e sovrastato dal piazzale dedicato agli autobus, soluzione questa costosa, però possibile, grazie alle possibilità offerte dalla tecnica moderna. Analogamente, dall’altro capo, la linea potrebbe essere prolungata fino a Bobbio Pellice, seppur con pendenze non proprio amichevoli, così come il rimpianto ramo Bricherasio – Barge potrebbe essere ricostruito e prolungato in direzione di Saluzzo, servendo un’areale fortemente antropizzato: l’unico imbarazzo riguarderebbe la scelta in merito a privilegiare Bagnolo Piemonte o Cavour, avendo pressoché lo stesso numero di abitanti, a meno di non spostare il bivio a livello del ponte sul Chisone, per poi raggiungere Osasco, Cavour, Bagnolo Piemonte, Barge e, da lì, proseguire verso Saluzzo.
L’argomento non riguarda espressamente la tratta terminale della linea che si dirama da Torino Lingotto, tuttavia è doveroso ricordare che, da Airasca, si diramava una linea diretta a Cuneo, linea purtroppo, sopravvissuta, ancorché sospesa all’esercizio nella tratta meridionale oltre Saluzzo, formalmente dismessa nella tratta settentrionale e smantellata da Airasca a Moretta, sopravvivendo i binari nel breve tronco residuo solamente perché serviva un raccordo per le ormai defunte officine che, a Moretta, avevano sede. Ufficialmente, la dismissione, è stata giustificata da scarso traffico, così come la sospensione oltre Saluzzo, ma, allora, viene da domandarsi il motivo per il quale, sullo stesso percorso Airasca – Saluzzo – Cuneo, si mediti addirittura la costruzione di un’autostrada: forse le autostrade hanno giustificazione ad essere progettate e costruite anche indipendentemente dai veicoli che le andranno a solcare, peraltro senza tener conto del maggior consumo di suolo a parità di volume di traffico? Su quel sedime, è stata realizzata una pista ciclabile, ma l’intento, di per sé lodevole, poiché mira ad offrire la possibilità di praticare attività fisica e, contemporaneamente, godere degli splendidi panorami Pedemontani, è stato perseguito in maniera errata, in quanto si sarebbe potuta realizzare la pista ciclabile, per quanto possibile, in affiancamento ai binari, come già capita in altre Nazioni caratterizzate da una più lungimirante politica dei Trasporti e, comunque, così si dovrà fare allorquando vi sarà l’auspicabile ricostruzione della linea, ovviamente, con le dovute migliorie, pensando anche a soddisfare le esigenze di trasporto merci da e per gli insediamenti industriali di Torre San Giorgio. Infatti, la situazione locale è diversa da quella della Riviera Ligure di Ponente, dove la pista ciclabile corre lungo un tracciato abbandonato in favore di una variante, seppur di scarsa utilità per i movimenti su breve distanza: laggiù sarebbe stato più opportuno raddoppiare in sede il vecchio tracciato, interrandolo nell’attraversamento dei centri urbani, operazione questa agevole, grazie alla possibilità di aprire scavi a cielo aperto per poi essere sottominati, per poi avere una metropolitana di tutto rispetto, volta a snellire il cronico intasamento delle strade.
Qualcuno potrebbe obiettare che il ritorno del treno comporterà lunghe attese ai passaggi a livello, ma si tratta di un falso problema: se il traffico ferroviario non è molto intenso, una saggia gestione delle circolazioni, con formazione degli itinerari a tempo debito, peraltro agevolata dai sistemi di comando e controllo centralizzati, non comporta lunghe attese; se, invece, come sarebbe raccomandabile, il traffico aumentasse, vi sono innumerevoli possibilità di provvedere con sovrappassi o sottopassi o, se necessario, itinerari alternativi di lunghezza media confrontabile con quelli forzatamente interrotti. Comunque, ci si pone spesso, da un punto di vista che antepone le esigenze della gomma a quelle del ferro, mentre la priorità dovrebbe essere invertita e si dovrebbe lavorare affinché il ferro abbia la maggior quota parte nella redistribuzione modale.
Mi pregio di comunicarVi che nella stessa giornata di venerdì 6 marzo, ho inviato il seguente scritto alla casella postale elettronica certificata dell’illustrissimo Signor Assessore Gabusi, che ha la delega ai Trasporti, nella speranza che legga, poiché, in una riunione tenutasi nella Sala Consiliare della Provincia di Asti, quando ancora, da Sindaco di Canelli, la presiedeva, negò assolutamente di avere ricevuto comunicazioni, peraltro inviate con lo stesso mezzo, relative alla zona dell’Astigiano, salvo sbiancare al momento in cui ebbi a distribuirne copia a tutti gli intervenuti.
Nel numero odierno dell’Eco del Chisone, è stato pubblicato un articolo qui sotto trascritto:
La Regione Piemonte non ritiene prioritario ripristinare la linea Pinerolo – Torre Pellice e quindi non intende finanziare il ripristino della linea. È quanto ha spiegato, mercoledì incontrando i Sindaci interessati alla tratta (presenti anche i consigliere regionali Marin, Canalis e Sarno), l’Assessore Regionale ai Trasporti Gabusi, che lo ha poi ribadito rispondendo alle domande dell’Eco del Chisone (intervista integrale sul prossimo numero). La Regione non intende finanziare il ripristino da parte di RFI (la società che gestisce la manutenzione delle reti ferroviarie) per cui la tratta non verrà inserita nel contratto di servizio del nuovo gestore del sistema ferroviario metropolitano, Trenitalia – ci spiega l’Assessore che, poi, assicura – L’incontro con i Sindaci è stato cordiale, ho riscontrato, da parte loro, comprensione per la scelta della Regione e si è ragionato su possibili alternative. Come anticipato sul numero in edicola dell’Eco del Chisone, i Sindaci si sono dati disponibili a produrre un progetto di massima per realizzare sul sedime una pista dedicata per bus su gomma a basso impatto ambientale, progetto a cui dovrebbero lavorare il Politecnico ed il Centro ACEA per l’innovazione tramite il collegato consorzio CPE. È un progetto di estremo interesse su cui la Regione sarebbe disposta a investire – sottolinea Gabusi.
Su questa svolta dovrebbe esprimersi con un comunicato il Comitato Treno vivo, che, ieri, ha partecipato ad un incontro in Municipio a Torre Pellice.
Da circa otto anni, si è lasciato marcire un cospicuo patrimonio, gettando alle ortiche circa un terzo della rete ferroviaria Piemontese – la linea in questione, tra l’altro, è elettrificata e, quindi, almeno in loco, non inquinante – per poi dire che non ci sono quei fondi che, miracolosamente, compaiono per una pista dedicata agli autobus. Questo conferma la fin troppo nota predilezione per gli autobus da parte di quelle persone che dovrebbero fare in modo tale da adoperarli in maniera intelligente, cioè come raccoglitori e distributori nei confronti del treno o nelle zone in cui questo non arriva. Auspichiamo una dura presa di posizione da parte delle popolazioni interessate e dei loro rappresentanti, nonché un cambio di rotta da parte di Palazzo Lascaris. Stante il numero di viaggiatori che usufruiscono del trasporto pubblico su questa tratta, la decisione dei Pubblici Amministratori è quanto meno avventata e dà adito a non pochi sospetti in merito ad un servilismo nei confronti del mondo della gomma. Caso mai, si dovrebbe perseguire il riassetto della ferrovia nella Città di Pinerolo, affinché i treni che percorrono la tratta Riva – Bricherasio effettuando fermata a Pinerolo non debbano eseguire la doppia manovra di retrocessione per motivi impiantistici: le soluzioni non mancano, ivi compresa quella di abbassare il livello della linea e farla proseguire verso la Val Pellice sottopassando il centro storico e, pertanto, mantenendo un piazzale di adeguate dimensioni e vicino ai principali luoghi d’attrazione, soluzione questa che consente di eliminare molti passaggi a livello, seppur a prezzo di maggiori costi economici. Superfluo osservare che ad avere maggior vantaggio saranno i Signori Viaggiatori provenienti da Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Bibiana e Bricherasio e diretti verso Torino ed oltre.
Distinti saluti.
Ho ancora un piacevole ricordo di un mio soggiorno nelle Vostre zone da domenica 13 ottobre 1996, con partenza la domenica successiva: la mia presenza era dovuta alla partecipazione ad un seminario sulla Musica per Organo ed Orchestra, organizzato dalla Scuola di Valle, diretta dal M.o Walter Gatti, con la collaborazione della M.a Letizia Romiti e dell’Orchestra Sinfonica dell’Università di Bamberg, diretta dal M.o Michael Goldbach. Alcuni erano alloggiati alla Foresteria Valdese di Torre Pellice, altri presso un Agriturismo a Villar Pellice, dove si sono tenute molte prove, mentre i concerti si sono tenuti nella Parrocchiale di Luserna alta, nel Tempio Valdese di San Germano Chisone e nel Tempio Valdese di Pinerolo, rispettivamente giovedì 17, venerdì 18 e sabato 19 ottobre, per poi mobilitarsi verso la Provincia di Alessandria il giorno successivo, allo scopo di eseguire altri tre concerti a Terzo, Rocca Grimalda e Pontecurone. Ricordo perfettamente di essere pervenuto da Imperia Porto Maurizio, dove risiedevo, in treno, con cambi a Savona, Torino Lingotto e Pinerolo: non ostanti le pessime condizioni atmosferiche (pioggia ed umidità atmosferica insopportabile) sono giunto a destinazione, comodamente, salvo la mancanza della prima classe da Torino Lingotto in poi. Erano gli anni in cui le Ferrovie dello Stato iniziavano il processo d’involuzione e le infami politiche della rete snella avevano già mietuto vittime in termini infrastrutturali, soprattutto ai danni di scali merci, binari d’incrocio e di precedenza, giungendo financo a lasciare un solo binario a Torre Pellice e gestire le circolazioni a spola fin da Bricherasio, mentre, tanto sulla Savona – Torino, quanto sulla Torino Pinerolo – Bricherasio, vigeva il classicissimo blocco elettrico manuale.
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Un altro aspetto derivante dal blocco forzato delle produzioni industriali e del traffico, che, almeno in Italia, è svolto in modalità stradale, è rappresentato da una drastica riduzione dell’inquinamento: è evidente a tutti come l’aria abbia cambiato trasparenza ed odore, i colori siano più saturi, gli animali selvatici si facciano vedere più frequentemente di quanto succedesse in passato, il livello di rumorosità è calato ad un piacevole silenzio, rotto solo da qualche canto d’uccello e – ahimè – talora dalle sirene delle ambulanze che portano Pazienti alle Strutture sanitarie, con la speranza di una guarigione che, troppo spesso, sfuma nella sofferenza della fine. Si deve altresì osservare come l’inquinamento sia stato ritenuto, da fonti autorevoli, un fattore favorente il contagio, nonché un fattore aggravante per la malattia. Tenendo in debita considerazione questi aspetti, è quanto mai necessario ripensare una riduzione dell’inquinamento atmosferico, riduzione che, sugli impianti fissi, risulta di facile, ancorché, talora, onerosa attuazione, mentre, sui mezzi mobili deve necessariamente passare per un drastico cambio di mentalità, volto a privilegiare una mobilità sostenibile, basata sul mezzo pubblico, adoperando quello privato in maniera intelligente e che assegni nuovamente alla ferrovia il ruolo cardine del trasporto terrestre, tanto per i viaggiatori, quanto per le merci. Su quest’ultimo fronte, sembrerebbe esservi un minimo incremento, seppur solo per trasporti a treno completo e su lunga distanza, grazie all’esecrabile decisione di aver trasformato il trasporto in un’ordinaria attività d’impresa: resta moltissimo da fare per ravvivare quel pullulare di carri destinati alle piccole partite ed al collettame, interrotto sotto lo scacco di quelle manovre elettorali che hanno, in Regioni come il Piemonte, portato ad arrugginire un terzo dei binari che lo attraversano. I dati epidemiologici con cui ci confrontiamo ogni giorno dovrebbero spingere più di un Amministratore ad impegnarsi non solo per un radicale ammodernamento della rete, in ispecie le linee complementari od, erroneamente, ridotte a tale rango, ma anche per portare la ferrovia dove non è mai arrivata, oltre, naturalmente, a programmare un servizio a misura dell’utenza.